106Ma, perchè l’opra è tanto più gradita
Dell’ operante, quanto più appresenta
De la bontà del cuor, und’è uscita,
109La Divina, Bontà, che ’l mondo imprenta,
Di proceder per tutte le sue vie1
A rilevarvi suso fu contenta.
112Nè tra l’ultima notte e ’l primo die
Sì alto o sì magnifico processo
O per l’uno o per l’altro fu o fie:2
115Chè più largo fu Iddio a dar sè stesso,
Per far l’ om sofficente a rilevarsi,
Che s’ elli avesse sol da sè dimesso.
118E tutti gli altri modi erano scarsi
A la iustizia, se ’l Figliuol d’ Iddio
Non fusse umiliato ad incarnarsi.
121Or, per impierti ogni tuo disio,3
Ritorno a dichiararti in alcun loco,4
Per che tu veggi lì così com’ io.
124Tu dici: Io veggio l’aire e veggio ’l foco,5
L’ acqua e la terra e tutte lor misture6
Venir a corruzione e durar poco;
127E queste cose pur fur creature;
Per che, se ciò ch’ò detto è stato vero,7
Esser dovrien da corruzion secure.
130Li Angeli, frate, e ’l paese sincero,8
Nel qual tu se’, dir si posson creati,
Sì come sono, in lor esser intero.
- ↑ v 110. C. A. Di riproceder per tutte sue vie
- ↑ v. 114. C. A. l’altra
- ↑ v. 121. C. A. empierti bene ogni disio,
- ↑ v. 122. C. A. dichiarare
- ↑ v. 124 C. A. Io veggio l’acqua, io
- ↑ v. 125. C. A. L’aer, la terra e
- ↑ v. 128. C. A. se ciò che è detto
- ↑ v. 130. C A. Gli angeli, Santi e il