Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
10 | p a r a di s o |
133E sì come veder si può cadere
Foco di nube, se l’impeto primo
A terra è torto dal falso piacere.1
136Non dei più ammirar, se bene stimo,
Per tuo sallir, se non come d’un rivo,
Se d’alto monte scende giuso ad imo.
139Meraviglia serebbe in te, se privo
D’impedimento giù ti fussi assiso.
Come a terra quieto il foco vivo.2
142Quinci rivolse in ver lo Cielo il viso.
___________
C O M M E N T O
La gloria di Colui ec. Questo è lo primo canto della terza cantica nel quale lo nostro autore propone la sua materia, invoca e narra; e dividesi tutto principalmente in due parti: imperò che prima propone la materia di che dè trattare et invoca l’aiuto divino, et incomincia a narrare lo sallimento suo al cielo della Luna; nella seconda dimostra lo trasformamento suo e l’ammirazione sua e lo solvimento dei dubi che fece Beatrice a lui, et incominciasi quive: Beatrice tutta ec. La prima, che serà la prima lezione, si divide tutta in quattro parti: imperò che prima propone la sua materia, come detto è; nella seconda invoca l’aiuto divino, et incominciasi quive: O buono Appollo, ec.; nella terza incomincia a narrare la sua fizione, et incominciasi quive: Surge ai mortali ec.: nella quarta parte finge
l’aumentazione duplicata dello splendore del Sole, et incominciasi quive: E si come segondo ec. Divisa adunque la lezione, ora è da vedere lo testo coll’esposizioni litterali, allegoriche e morali.
C. I — v. 1-12. In questi quattro ternari lo nostro autore propone la materia sua, della quale intende di trattare nel suo poema; cioè della gloria che Iddio concede ai virtuosi uomini eletti da lui, poi che sono purgati dei loro peccati, dicendo così: La gloria: gloria, secondo che dicono li autori, è notizia chiara d’alcuna cosa con loda; ma qui usa l’autore quella figura che si chiama emphasis da’ Grammatici, e da’ Retorici si chiama lo colore denominazione,