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[v. 73-81] | c o m m e n t o | 199 |
secondo pianeto si rappresentano, dicendo la loro condizione, et incominciasi quine: Questa picciola stella ec.; nella quinta et ultima finge come spezialmente dica d’ uno virtuoso spirito, che fece grande cosa et ammirabile nella vita presente, et incominciasi quine: E dentro alla presente margarita ec. Divisa la lezione, ora è da vedere l’esposizione litterale coll’allegorica, o vero morale.
C. VI — v. 71-81. In questi tre ternari lo nostro autore finge che Iustiniano, continuando lo suo parlare, dice, dopo le cose fatte da Iulio Cesare raccordate di sopra, di quelle che furno fatte da Divo Ottaviano Augusto co la insegna dell’aquila, lo quale fu secondo imperadore dopo Cesari, essendo suo nipote figliuolo della sirocchia carnale, le quali raccorda ancora a Dante, dicendo così: Di quel che fe; cioè la insegna dell’aquila, col baiulo seguente; cioè con Divo Ottaviano Augusto, che fu secondo imperadore dopo Cesari, e dice baiulo: imperò che baiulo si dice da baiulare, cioè da portare; e così si chiama lo bailo 1, perchè porta lo fanciullo, e così si chiama ora baiulo Ottaviano Augusto, perchè portò la detta insegna, e balì e governò lo imperio di Roma. Bruto con Cassio: questi due furno principi della coniurazione de’ senatori fatta contro Cesari; nella quale coniurazione, secondo che scrive Svetonio, furno più di sessanta senatori; ma Gaio Cassio, e Marco Bruto furno li principi della coniurazione, et adiungevi Svetonio Decio Bruto; e nella corte di Pompeio, dove si convenia lo senato, addi’ 25 di marzo, nell’anno 46 de la sua età e quattro del suo imperio, fu morto co li stili dell’ariento che studiosamente s’avevano fatto fare, perchè nel senato non si poteva portare arme: 23 2 ferite li furno date; ma niuna se ne trovò mortale, se non quella del petto. Dopo la morte di Cesari succedè Ottaviano Augusto, lo quale perseguitò l’interfettori 3, e come erede testamentario prese lo imperio, e combattette contra Marco Antonio che volve 4 pigliare lo imperio, e perseguitava gli ucciditori di Cesari, e Decio Bruto aveva assediato in Modona; ma lo senato, per ossediare 5 et ovviare che Antonio non crescesse, mandò contra lui amenduni li consuli, cioè Curio e Pausa, et Ottaviano per pretore, acciò che liberassono gli assediati e vincessono Antonio; ma nella via Pansa, iungendo innanzi, in uno agguato fu ferito e di quella ferita morì. Et Ircio collo esercito suo e del compagno vinse Marco Antonio nella prima battaglia che fece con lui, rimanendo Ottaviano a guardia del