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p a r a d i s o vi. |
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quando ne volse uscire lo ruppe; ma non n’escitte per allora, perchè Scevola tenne la rottura infin che venne Cesari, et allora si combattette fortemente, e fu vinto Cesari. E se Pompeio avesse seguitato, sarebbe stato al tutto vinto; ma Pompeio fece sonare a ricolta, e stando poi Pompeio in Durasso, et in tutta quella stanza che era d’entro al muro ebbe mortalità, e Cesari che era di fuora ebbe fame. E di quinde si partì Pompeio quando volse, et andossene a Tessaglia, e quine venne poi Cesari, e quive fu la grande battaglia dove fu sconfitto Pompeio, come è stato detto di sopra; e però dice, e Farsalia percosse; cioè Cesari colla insegna dell’aquila: Farsalia, Tesaglia, Beozia, Emazia è una medesima contrada e Macedonia, Sì; cioè in sì fatto modo, ch’al Nil; cioè a quello fiume che è in Egitto, che si chiama Nilo, l’origine del quale e la sua fonte non fu mai niuno che vedesse, e divide l’Asia da l’Affrica di verso mezzo di’, et entra in mare per sette bocche ad Alessandria; e ponsi qui lo Nilo per la contrada, cioè per lo Egitto, caldo si sentì del dolo; dice caldo, perchè nelle parti calde si sentì del dolo, cioè si ricevette dello inganno: imperò che Tolomeo per consiglio di Fotino mandò incontra a Pompeio per lo Nilo e per lo mare Achilla e Settimio, li quali facendo vista d’essere mandati perchè la piaggia v’è pericolosa, acciò che Pompeio ascendesse nel loro legnetto et andasse a terra, che co la sua grande galea non vi si sarebbe potuto accostare, quando l’ebbono in loro balia dilungati dalla galea, l’ucciseno e tagliorogli lo capo, e portornolo poi a Tolomeo, e Tolomeo lo fece poi imbalsimare per presentarlo a Cesari quando vi venisse, e così fece; ma Cesari mostrò d’averlo a dispiacere, come dice Lucano. E furnovi anco morti gli altri Romani che v’erano venuti con Pompeio, se non se la moglie di Pompeio e lo figliuolo che furno menati via, tra’ quali fu Pompeio Bitinico e Lentulo uomo consiliare. Potrebbe anco dire lo testo: Sì, ch’al Nil caldo si sentì del dolo; cioè per sì fatto modo Cesari percosse colla insegna dell’aquila Tesaglia, che ’l Nilo, cioè quel fiume, si sentì caldo del dolo; cioè si sentitte caldo per lo sangue umano che vi si sparse dentro, essendo caldo sì che lo riscaldò del dolo, cioè per lo dolo, cioè per lo inganno e tradimento che usò Tolomeo in verso Pompeio, facendolo uccidere e dicapitare sotto fede d’amicizia, e gli altri che erano con lui. Antandro; questa è una isola presso a Troia, la quale vidde Cesari quando andò a Troia, credendo che vi fusse Pompeio 1, e Simoenta; questo è uno fiume anco a Troia, unde si mosse; cioè dei quali luoghi si mosse la insegna dell’aquila, la quale portava Cesari in prima quando venneno li Troiani in Italia, Rividde; cioè (*) [v.
- ↑ C. M. Pompeio, et a quella, isola mandò Enea troiano la sua classe a compiere, quando l’ebbe fatta rozzamente ne’ monti d’ Ida, e Simoenta;