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quale nacque Dante: però che Fiorenza è sotto quello colle, parve amaro; lo segno de l’aquila: però che li Romani con quella insegna li sconfissono e guerreggiornoli tanto tempo, et all’ ultimo li disfeceno.
C. VI — v. 55-72. In questi sei ternari lo nostro autore finge come Iustiniano, continuando lo suo parlare, disse le cose grandi fatte per Iulio Cesare, lo quale si trova chiamato dagli antichi Gaio Cesare; ma anco fu nomato un altro Gaio Cesare; ma fu figliuolo di Germanico, sì come dice Boezio nel primo libro della Filosofica Consolazione, quando dice: Respondissem Canii verbo, qui cum a Caio Caesare Germanici filio, conscius contra se coniurationis factae fuisse diceretur: Si ego, inquit, scissem, tu nescisses. Fu anco un altro, detto da Tullio nel libro primo delli Ofici Gaio Cesare figliuolo di Lucio, lo quale non credo che fusse Iulio Cesare: imperò che, quando unqua parla altro’ di lui, elli vi pone sì fatta adiunzione ch’elli vuole che si cognosca; e perchè non s’intendesse di lui, però credo ch’elli vi giungesse figliuolo di Lucio. Ma siano quantunqua si vuole li Gai Cesari, elli intende qui di Iulio Cesari narrando di lui quello che fece colla insegna dell’aquila, poichè fu chiamato dittatore insieme con Pompeio Mangno e con Marco Crasso: imperò che, essendo dettatori questi tre, occorse caso che si ribellorno li Parti e li Franceschi; et ai Parti fu mandato per lo senato Marco Grasso, et a’ Franceschi Iulio Cesari. E durante la dettatura anni 5, e non avendo fatto anco quello, per che v’era ito, scrisse al senato che li prorogasse l’officio per altri 5 anni, e non volendo fare lo senato, lo procacciò dal popolo; et avuto poi vittoria dei Franceschi, de l’inghilesi 1 et Ispagnuoli e di tutto l’occidente nelli altri 5 anni, tornato in Italia al fiume Rubicone di là da Rimino, dimandato lo triunfo, li fu negato dal senato più per invidia che per altra cagione, per ostare alla potenzia sua et a l’ardire, e massimamente Pompeio Mangno, che era stato suo genero, copertamente lo impedia e con onesti modi, e fecelo dannare al senato 2, e dal popolo li fu conceduto. Unde essendo partita la città, imperò che ’l popolo voleva avesse lo triunfo, e lo Senato non voleva, uscittono alquanti cittadini fuora a Cesari a confortarlo che venisse armata mano contra ’l senato, e così fe; unde lo senato si partitte di Roma et andossene per Italia inverso Pullia e Calavria, e Cesari collo esercito suo tenne loro dirieto. Et allora lo senato si partì d’Italia
- ↑ Inghilese pronunciasi tuttora dal popolo toscano, solito per maggiore dolcezza frapporre una vocale a due lettere, la prima delle quali sia una muta e l’altra una liquida, come aghero per agro e simili. E.
- ↑ C. M. al senato et iudicare indegno del triunfo ; ma la parte sua procacciò che li fu conceduto dal populo, e così fu partita