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p a r a d i s o vi. |
[v. 43-54] |
prima cantica. E perche Siria a tempo dell’autore già era venuta sotto il nome d’Arabia, alla quale è vicina, però chiama li Sidoni Arabi e li Fenici: Fenicia è lo nome della contrada, Sidon è lo nome della città, unde venne Dido in Africa quando fece Cartagine; e però li Cartaginesi chiama l’autore Arabi, perchè ebbono origine delli Arabi per lo modo che detto è, et ora anco chiamano quelli di Tunisi, che è città presso a quello luogo dove fu Cartagine edificata, Arabi certa gente che abita alla foresta e vive di preda, cavalcando e rubbando le contrade a modo di compagne, come si trova nelle storie Romane. Tre volte ebbono li Romani guerra coi Cartaginesi, e tutte e tre le volte sì li vinsono; la prima, vinti li Cartaginesi da’ Romani, e li Romani da’ Cartaginesi più e più volle: imperò che durò 23 anni, all’ultimo vinti li Cartaginesi feciono pace con loro, con patti che si dovessono partire li Cartaginesi di Sicilia e di Sardigna, e che in 20 anni dessono per ristoro delle spese fatte li Cartaginesi ai Romani tre milia talenti di quelli d’Eubeia 1, per equali parti ongni anno dei detti 20 anni. Ma questa pace non durò se non 23 anni: imperò che Annibaie figliuolo di Amilcare passò nella Spagna ad una città che v’aveano fatto li Cartaginesi, che anco si chiamava Cartagine, e combattette Sagunto ch’era città fidelissima de’ Romani contro l’onore dei Romani, e vinsela; et a l’imbasciadori romani, che erano iti a lamentarsi della pace rotta, fece vituperio non volendoli udire; onde mandato fue contro Annibale Cornelio Scipione console che menò seco uno suo fratello, ch’ebbe nome Gneo Scipione, et uno suo figliuolo che fu chiamato Cornelio Scipione, e così s’incominciò la battaglia seconda, e guerra coi Cartaginesi, et amenduni li Scipioni fratelli vi furno morti; ma innanti che morissono, avendo vittoria Annibale, si misse per la Francia e venne a passare l’alpe, che sono tra la Francia e Lombardia per venire a Roma; e però finge l’autore che Iustiniano dica: Che; cioè li quali Arabi, dirieto ad Annibale; loro imperadore e duca, passaro L’alpestre rocche; cioè l’altezze de l’alpi, unde si comincia il monte Appennino che viene per mezzo d’Italia, stendendosi infine a la Sicilia: rocca tanto è a dire, quanto luogo alto che per la sua altezza è sigura dai nimici, et alpestre viene a dire dell’alpe: le dette alpe dividono la Francia da la Magna e da la Lombardia; e rivolgendo lo sermone al fiume: però che esce de le dette alpe e va per la Lombardia in verso l’oriente infine a Ravenna a Venezia, e quine per tre rami entra nel mare Adriaco, e però dice: di che; cioè della quale alpe, Po; cioè lo fiume Po di Lombardia: questo fiume appresso li autori è chiamato anco Eridano; unde
- ↑ C. M. d’ Enboia,