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c o m m e n t o |
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minore, come fu detto di sopra, fece trattato con giovani, istigato e combattuto a ciò dalla moglie, et armato se n’andò al palazzo colla brigata dei iovani armati; e montato in su la sedia reale, mandò richiedendo li Padri, e fece loro orazione biasimando lo suo socero Servio Tullio, e lodando sè si prese la signoria. E venendo lo re a la corte per stroppiare lo fatto, et avendo la parte sua con seco 1, incominciò a riprendere Lucio, et elli a risponderli; et essendo lo romore grande: imperò che chi favoreggiava l’uno, e chi l’altro, Lucio vedendo che era mestieri di fare dei fatti, andossene in verso lo re e gittollo a terra della scala, e mandolli dirieto chi l’uccidesseno, et elli rimase in palazzo a ricevere li Padri per farsi eleggere in re, e prese la signoria senza essere eletto re. Venuta la novella a Tullia, che a ciò l’avea incitato, montò in sulla carretta et andossene al palazzo a far festa al marito che s’era fatto re; e trovando lo corpo del padre nella via morto, fermò la carretta allora l’auriga, perch’ella lo vedesse e mostroglielo; ella cognosciutolo, comandolli ch’andasse quinde, e fece andar la carretta su per lo corpo del padre, e d’allora in qua fu chiamato lo chiasso scelerato quella via. E questo fu lo fine di Servio Tullio lo quale, stato ottimo re alla città di Roma, fu privato di sepultura. Lucio Tarquinio figliuolo di Lucumo Prisco Tarquinio fu lo settimo re che prese la signoria, come detto è, e fu l’ultimo come appare per la storia detta di sopra di Lucrezia. Questi fu chiamato Superbo per li molti mali che fece; prima, che per sua autorità si prese lo regno e tennelo senza elezione, non lassò seppellire lo suocero dicendo che Romulo anche non fu sepolto, tutti li Padri che funno fautori del suocero uccise, trovando contra loro false cagioni; e perchè teneva lo regno per forza, si faceva guardare dagli armati, le condennagioni faceva senza autorità del Senato, et ogni cosa incominciò a fare solo per arrecare ogni cosa in sè. E non fidandosi dei suoi cittadini s’incominciò a fare forte coi forestieri, e però diede per donna la figliuola ad Ottavio Mamilio, che era molto grande appresso Latini. Questo fece sommergere nel fiume Turnio Erdonio, ch’era molto grande in Arizia, perchè avea detto male di lui, apponendoli che avesse fatto trattato contra di lui, quando si fe lo primo raunamento di quelli principi che erano capo dei popoli che erano del nome latino, cioè di tutti quelli che erano stati prima del re Latino, et usciti d’Alba. E poi fece lo secondo raunamento e mescolò insieme le brigate dell’arme dei Romani co li Latini, elli mosse prima la battaglia e guerra ai popoli Vulsci, popoli di Campagna, la quale durò dopo lui anni
- ↑ Con seco, con meco, con teco pleonasmo continuo nella bocca del popolo toscano, dai mal pratici della lingua vivente nominato modo affettato. E.