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p a r a d i s o vi. |
[v. 34-42] |
in sette regi; ben dice in sette regi: imperò che la città di Roma edificata da Romulo e Remo due fratelli, nipoti di Numitore, fu retta prima da loro; ma poco tempo durò: imperò che, essendo questione, edificata la città, tra Romulo e Remo, qual dovesse nominare la città e tenere lo reggimento di loro due, determinorno di stare a l’iudicio delli idii, e montorno l’uno in sul monte Palatino, cioè Romulo; e Remo, in su l’Aventino. E posto lo segno in aere, a Remo vennono in aere 6 avoltoi prima, unde tutti, quelli che erano con lui incominciorno a gridare e lodare l’augurio; e poi a Romulo n’apparveno 12, unde tutti li suoi incominciorno a gridare e lodare lo suo augurio, perchè era di più avoltoi, cioè due cotanta: unde la quistione nata tra’ fratelli maggiore che prima: imperò che l’uno voleva vincere per la priorità del tempo, e l’altro per lo maggiore numero degli avoltoi, Romulo uccise Remo nella contenzione, benchè altri dica che fu perchè passò le mura di rieto allo sparvieri che non erano troppo alte, che era pena capitale, sicchè Romulo per questa cagione lo facesse decapitare, dicendo che ’l faceva perchè altri a quello esemplo non s’avvezzasse ad uscire se non per le porte. Rimase solo Romulo, vinse le città vicine, come fu detto di sopra, et accumunò lo rengno con Tito Tacio re dei Sabini, e come fece lo tempio a Iove Feretrio, dove si ponevano le spoglie dei re, dove elli pose la prima, e poi non si truova che ve ne fussono poste se non due; e come poi morto Tito Tacio dei Sabini, e lo regno rimase poi solo a lui, e come elesse cento padri che consigliasseno la republica, come rapitte le femine, come detto fu di sopra e come fe 30 corte, c denominolle dai Sabini, come divise li cavalieri in 3 centurie, come combattette coi Fidenati, coi Veienti, sicchè poi stette in sigura pace lo rengno anni 40, poi come elli moritte, tolto via da una tempesta di tempo a la palude Capra, quando faceva parlamento, e mai non fu veduto più. Unde li Romani disseno che era fatto iddio, benchè altri dicano che, perchè poco si faceva amare da’ maggiori, ch’elli fusse morto dai padri et appiattato e così credeva lo popolo, se non che Proculo Iulo disse ch’elli gli era apparitoli e dettoli la sua deificazione, e come Roma doveva essere capo del mondo; e durò lo imperio di Romulo anni 37. Dopo Romulo fu eletto re Numa Pompilio sabinese, omo iustissimo et onoratore delli idii, lo quale non intese se non a culto divino, et a fare tempi a li idii, ordinare sacerdoti, et elli istituitte le Vergini Vestali, elli fece lo tempio di Iano che aperto significasse guerra, e chiuso pace, elli fece leggi iustissime co le quali lo popolo romano dovesse osservare, e resse la città in sì fatti costumi che li popoli circustanti s’astenevano d’offendere li Romani sì come religiosi et accetti a li idii temendo di quinde offendere li idii; e tenne lo imperio Numma anni 43, et