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c o m m e n t o |
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la mano al petto, coll’altra teneva lo coltello in mano e diceva. Lucrezia, io sono Sesto et òne lo coltello nudo in mano, se non consenti a la voluntà mia, io t’ucciderò, et oltra le minaccie adiungea preghi. A questo Lucrezia svegliata, sostenea morte innanti che volere perdere sua castità; ma dicendo Tarquino Sesto: Poi ch’io t’arò uccisa, ucciderò uno servo e porrottelo allato, e dirò ch’io v’abbia trovato insieme, allora quella che non temeva la morte, temendo la infamia lassò fare a Sesto contra a sua voglia la sua voluntà. E la mattina non uscendo del letto per dolore, mandò nell’oste per lo padre e per lo marito dicendo che subito venisseno colli parenti a Collazia per certo grande bisogno. Avuto l’ambasciata, vegnano subito Spurio Lucrezio con Publio Valerio e Collatino con Iunio Bruto, ch’erano già insieme in via che tornavano a Roma; et iunti a Collazia tutti e quattro, trovorno Lucrezia in sul letto; unde meravigliandosi dimandòno: Or non stanno salve le cose, Lucrezia, che cosa è questa? A che ella risponde: Come possano essere salve le cose, che le pedate d’altro uomo sono state nel letto tuo, Collatino? Sesto à vituperato la mia onestà; voi, se serete omini, vendicherete questa iniuria: io farò bene che per esemplo di me nessuna romperà mai sua castità: io m’assolvo da la colpa; ma non mi libero da la pena; e cavato lo coltello fuora, che tenea sotto, si percosse et uccise. Unde levato lo pianto, cavato lo coltello della ferita, iurorno in su quello castissimo sangue innanti la iniuria ricevuta che mai non poseranno, che di questa iniuria faranno vendetta e che caccierano in esilio lo re con tutta la sua stirpe. E pigliano lo corpo di Lucrezia e pongonlo in su la piazza di Collazia, acciò che ognuno si provocasse contro il re per la presenzia del male; e presa quinde moltitudine di iovani armati, iurati d’essere a la finale destruzione del re, confermato la terra di rettori e poste guardie a le porti 1 che nessuno andasse a notificare nulla al re, vannosene a Roma e levano lo romore, e con autorità del Tribuno dei Militi, che era allotta Iunio Bruto, fu chiamato lo popolo a consilio; e con autorità del consiglio fu esposto Tarquinio et iudicato esule con tutta la sua stirpe, e Tullia donna del re fuggitte di Roma. E Bruto se ne andò nel campo con armata brigata ad Ardea, onde s’era già partito lo re per soccorrere Roma; e suscitato lo romore e’ fece scacciare li figliuoli e li suoi; e Tarquino, trovato a Roma le porte chiuse, fuggitte a Porsenna re di Chiusi; et allora furno fatti due Consuli che reggessono la republica, Iunio Bruto e Lucrezio Collatino; e però ben dice: Al dolor di Lucrezia; cioè infine al dolor, che ebbe Lucrezia, d’aver perduto per forza e per inganno la sua castità, per lo qual dolore sè medesima uccise,
- ↑ Porti; come carti, lodi, dal singolare carte, lode e altrettali. E.