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c o m m e n t o |
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tempo vi si raunò; et essendo popolosa la città, non avendo femine, vedendo che non potevano durare, mandò Romulo imbasciadori per le città prossimane pregando che si volessono imparentare con loro; e non trovato che il volessono fare avendo li Romani in dispregio, perchè aveano accettato ongni vile uomo, anco rimproveravano loro che facessono uno asilo per le femine, se volevano delle femine come avevano fatto de l’omini. Dalla qual cosa molto sdegnato Romulo, pensò con rapina di dare moglie ai Romani; e perciò ordinò di fare uno giuoco a Nettuno, lo quale si chiamava Consualia, con tanto adornamento quanto potea, e fece notificare a tutte le terre vicine che venissono a questa festa; per la qual cosa vi venonno li Ceninesi, li Crustumeni, li Antennati e li Sabini con molti loro figliuoli e figliuole, e furno ricevuti dai Romani molto onorati. Lo di’ del giuoco, quando ogni uno era intento a vedere, si levò una voce: Ciascuno pigli la sua; et allora furno prese le vergini che v’erano, e quelle di maggiore grado a’ maggiori cittadini furno menate, e le mezzane ai mezzani, e le minori ai minori; e li padri loro, protestando che era stato rotto loro lo patto de l’ospitalità, si tornarono a casa loro molto sdegnati contra li Romani, e pensavano pure di vendicarsi e facevano capo dei Sabini, perchè erano più potenti et anco perchè più furno ratte delle Sabine che dell’altre, e sollicitavano Tito Tacio principe dei Sabini che movesse guerra ai Romani. E perchè non si moveano così tosto come volevano, si mosseno ellino, cioè li Ceninesi, Crustumeni et Antennati, e come frettolosi li Ceninesi innanti alli altri assalitteno lo terreno dei Romani; unde Romulo coi Romani, scito di fuora col suo esercito, li sconfisse et uccise lo loro re e prese la città. E dopo li Ceninesi vennono li Antennati et assalittono Roma, unde anco uscitte loro addosso l’esercito romano, e sconfisseli e prese la città loro, e per prego delle donne perdonò Romulo ai padri e ricevettegli nella città. Dopo costoro vennono li Crustumeni et anco furno sconfitti, e presa la loro città da Romulo, e mutò in amendune le dette città li abitatori; cioè in Antenna et in Crustumeno, ricevendo tutti li padri delle donne dei Romani per cittadini di Roma, li altri per servi; e publicato che chi volesse andare ad abitare nelle dette terre si facesse scrivere, più si feceno scrivere a Crustumeno che ad Antenne, perchè era più abondevile città. A l’ultimo si miseno li Sabini contra li Romani più pesatamente, et ordìno 1 uno trattato con Tarpeia figliuola di Spurio Tarpeio che era guardiano della rocca che era in Capitolio, che ella la dovesse loro aprire la porta della rocca; et elli promiseno di darli
- ↑ Ordìno; ordirno, ordirono dalla terza persona singolare ordì, aggiuntovi no, che gli antichi scrivevano talora con un’ n sola. E.