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p a r a d i s o vi. |
[v. 22-33] |
fu alto lavoro e di grande sottigliezza e di grande fatica e d’utilità grande al mondo, e tutto a lui mi diedi; cioè diedi me io Iustiniano tutto al detto lavoro: se l’uomo non si dà tutto all’opera ch’elli fa, nolla fa mai perfettamente. Et al mio Belisan; questo Belisan fu principe de la milizia del detto imperatore e suo maggiore siniscalco, commendai l’armi; cioè in lui commessi tutti li atti bellici, e fatti bellici dello imperio, Cui; cioè al quale, la destra del Ciel; cioè la felicità che viene dal cielo, cioè da Dio, siccome da prima cagione, e da presso dalle influenzie dei corpi celesti siccome da seconde cagioni, fu sì coniunta: imperò che d’ongni battaglia rimaneva vincitore, e ciò che si metteva a fare li veniva fatto, Che segno fu ch’io dovesse posarmi; cioè che io Iustiniano mi riposasse dell’operazioni pratiche, e ch’io mi desse all’operazioni intellettuali e teoriche. Or; cioè ora, qui; cioè 1 in questo luogo e punto del mio dire, s’appunta; cioè si coniungne, La mia risposta; la quale io t’ò fatto infine a qui, a la question prima; cioè al dimando primo che mi facesti, cioè ch’io dicesse ch’io era, la quale fu la prima parte del tuo dimando, come appare di sopra nel testo dove l’autore dimandò; ma alla seconda parte non risponde ora, rispondràvi di sotto. Ma ora finge l’autore che per alcuno detto di sopra, cioè della insengna de l’ aquila, e di quello che ànno fatto l’imperadori sotto sì fatta insengna; e però dice: ma la condizione; cioè mia, che fui imperadori 2 e militai più volte sotto lo stendale dell’aquila, Mi stringe; cioè stringe me Iustiniano, a seguitar alcuna iunta; cioè alle 3 parole dette di sopra da me, Perchè tu; cioè Dante veggi con 4 quanta ragione Si muove contra ’l sacro santo segno; cioè dell’aquila; ecco lo fine che mi muove a parlare d’esso sengno, lo quale chiama sacro santo perchè da tanti imperadori è stato portato, e con esso tante vittorie aqquistate, che tutto lo mondo quasi si fatto sengno à riverito, E chi ’l s’appropria; cioè e colui che fa proprio suo lo gonfalone e lo sengno dell’aquila: imperò che nessuno singnore e nessuno comune dovrebbe appropriarsi lo sengno dell’aquila per riverenzia de lo imperio, se non l’avesse già di grazia dallo imperadore e chi; cioè colui lo quale, a lui; cioè al sacro santo sengno dell’aquila, s’oppone; cioè si contrappone: imperò che ogniuno 5 la doverebbe obbedire nelle cose temporali secondo la sentenzia di Cristo: Reddite ergo quœ sunt Cœ-
- ↑ C. M. cioè in questo punto
- ↑ Imperadori; singolare con la cadenza in i come pensieri e pensiere. E.
- ↑ C. M. cioè a fare alcuno aggiungimento alle parole
- ↑ C. M. con tanta ragione; cioè con niente di ragione ciò poca o nulla, Si muove
- ↑ C. M. ogniuno nelle cose corporali lo dè obbedire, come nelle cose spirituali la Chiesa: imperò che Cristo disse: Reddite