Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
[v. 100-108] | c o m m e n t o | 147 |
diente, e così egli più lieto e contento, Che; cioè lo quale, pur da mia natura; cioè secondo la natura umana 1: ogni omo è mutabile e corruttibile, e però dice: Trasmutabile son per tutte guise; cioè per tutti li modi, e secondo lo corpo e secondo l’anima l’uomo è mutevile mentre che sta in questa vita!
C. V— v. 100-108. In questi tre ternari lo nostro autore finge che nel pianeto Mercurio si li rappresentonno molti spiriti, dicendo così arrecando una similitudine; cioè che come li pesci traggano quando sono nella peschiera a quello che 2 viene di fuori, credendo che sia loro pasto; così vennono quelli spiriti beati che si rappresentavano a Dante nel pianeto di Mercurio, credendo che Dante venisse per stare con loro, che sarebbe stato refezione et accrescimento della loro carità; e però dice: Com’ in peschiera; cioè come in una peschiera, ch’è; cioè la quale è, tranquilla; cioè riposata, e pura; cioè chiara sì che in essa si possa vedere, Traggano i pesci; che vi sono dentro, a ciò che vien di fori; cioè a ciò che si gitta in su l’acqua, Per modo; cioè per sì fatto modo vegna di fuori o si gitti, che lo stimin; cioè che lo possino stimare, lor pastura; cioè che vegna per loro pasto, Cosi vidd’io; cioè io Dante, più di mille splendori; cioè più di mille anime beate, Trarsi; cioè tirarsi, ver noi; cioè in verso Beatrice e me Dante, et in ciascun; di quelli spiriti beati, s’udia; questa voce; cioè: Ecco chi crescerà li nostri amori: imperò che, parlamentando con lui, vedremo e comprenderemo quanta grazia Iddio li à conceduto, e di questo ci rallegreremo. E finge che dicevano di lui Dante: però che, ben che sapessono ch’elli non fusse morto e non venisse purgato ad essere con loro ancora, sicchè la loro carità ne sarebbe cresciuta: imperò beati che sono in vita eterna ànno tanta carità, che così sono lieti della beatitudine delli altri come della loro, sì che tutta via cresce la loro allegrezza come cresce lo numero dei beati. E così cresce la loro beatitudine accidentale; ma non l’essenziale e sustanziale che è vedere Iddio e lui usare, cioè in quella beatifica visione sempre stare: rallegravansi di questo bene e di questa grazia, che Dante aveva da Dio, di potere vedere la beatitudine celeste con la mente, che non era piccola grazia 3 essendo e stando ancora in questa vita. E sì come ciascuno; dei detti beati che si rappresentano in quella spera, a noi; cioè a Beatrice et a me Dante, venia; facendosi presso a noi, Vediasi 4 l’ombra piena di letizia; et adiunge lo