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[v. 43-54] | c o m m e n t o | 139 |
a farlo meno aspro, cioè a rallargallo 1 un poco, o a rimuoverlo al tutto, cioè a mostrare come si possa fare la sua dispensazione del voto; e però adiugne: Apre; cioè tu, Dante, la mente; cioè tua, a quel ch’io; cioè ch’io Beatrice, ti paleso; cioè ti manifesto, E fermalv’entro; cioè nella tua mente quel ch’io ti dirò, chè; cioè imperò che, non fa scienza; cioè non genera scienzia nella mente che apprende, l’aver inteso; cioè appreso per lo intelletto, Senza lo ritener; cioè quello che 2 s’intende; et è morale e notabile questo, cioè che niente vale lo imparare, se non si tiene a mente.
C. V— v. 43-54. In questi quattro ternari lo nostro autore finge come Beatrice, seguitando lo suo ragionamento, dichiarò in che modo la santa Chiesa può dispensare sopra li voti, dicendo cosi: Du’ cose si convegnano all’essenza; cioè all’essenzia, Di questo sacrificio; come fu detto di sopra, l’una; cioè di queste due cose, è quella Di che si fa; cioè lo voto, e questa si chiama materia 3, se è cera, o digiuno, o denari quello che si promette, l’altra; delle dette due cose, è la convenienza; cioè la promessione nella quale s’obliga la voluntà libera, la quale non può non volere poi che s’à obligato co la promissione; e questa è la forma del voto: imperò che dà essere al voto. Quest’ultima; cioè la convenenza, che è la forma, giammai non si cancella; cioè giammai non si muove dal debito del votatore quando è fatta come si debbe, come è stato detto di sopra, Se non servata; cioè se non quando è stata osservata, e dintorno di lei; cioè della convenenza sì fatta, Sì preciso; cioè sì assolutamente, senza adiunzione alcuna o eccettazione o divisione, di sopra si favella; cioè quando fu detto del voto debitamente fatto non si può ristorare con altra cosa, si dè intendere della forma, e non della materia: imperò che la materia alcuna volta si può mutare, come si dirà di sotto, et alcuna volta no. E prova questo che à detto per lo vecchio Testamento, nel quale lo popolo d’Iddio s’era obligato a fare offerta a Dio, sì che per l’obbligagione necessità fu al popolo sempre offerire; ma la materia della offerta più volte si mutò: imperò che alcuna volta s’offersono animali, alcuna volta biade, alcuna volta denari, secondo che appare nella Bibbia, nel vecchio Testamento; unde dice lo testo: Però necessità fu alli Ebrei; cioè al popolo d’Iddio che furon chiamati Ebrei da Heber patriarca, dalla cui generazione furno, Pur l’offerir; cioè sacrificio a Dio, per ben; cioè avvegna Iddio; può anco dir lo testo, ancor che; anco viene a dire benchè, alcuna; cioè che alcuna offerta Si permutasse; cioè si