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c o m m e n t o |
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che è detta di sopra, cioè che la libertà dello arbitrio è la maggiore e la milliore cosa che Iddio desse all’omo. E puòsi argomentare così: Lo libero arbitrio è lo maggiore e lo migliore dono che l’uomo ricevesse da Dio, e nel voto s’obliga la libertà dello arbitrio a Dio: imperò che la promissione obliga la voluntà; dunqua lo voto fatto direttamente a Dio è lo maggiore e migliore dono che si possa fare a Dio. E perchè ogni voto non è accetto a Dio; cioè nella sua forma, quando l’omo non si può obligare; o nella sua materia, quando fusse viziosa, o quando se ne impedisse maggior bene: imperò che la forma è l’obligagione della voluntà, però dice lo testo: s’è sì fatto ; cioè se lo voto è sì fatto, cioè in sì fatta forma o in sì fatta materia, Che Dio consenta; cioè ad accettare, quando tu consenti; cioè ad obligare la tua voluntà nella materia che tu prometti. Chè nel fermar; cioè imperò che nel fermar, tra Dio e l’uomo il patto; cioè tra Dio a cui si promette, e l’omo che promette, lo patto, s’intende la promissione, Vittima; cioè sacrificio, fassi di questo tesoro; cioè del libero arbitrio: l’omo sacrifica la sua voluntà a Dio, quando elli l’obliga a Dio colla promissione, Tal; cioè sì fatto, qual io; cioè Beatrice, dico; questo tesoro essere, e fassi col suo atto; cioè coll’atto della libera voluntà, che si obliga co la promissione: imperò che essa voluntà è quella che si vuole obligare et obligasi promettendo. Dunque; se così è, che tu ti sii potuto obligare, et ài promesso a Dio cosa licita et onesta, che render puossi per ristoro; cioè della obligagione della libertà, che non è adimpiuta dalla voluntà ch’è obligata, non dico della cosa promessa? Quasi dica: Nulla: imperò che nessuna cosa à l’omo che sia equivalente al libero arbitrio ch’è obligato, sicchè nessuna buona operazione si può assimilliare a quella. Se credi bene usar 1 quel ch’ài offerto; cioè promesso, cioè se tu credi che quel ch’ài promesso sia licito et onesto apo 2 Dio, Di mal tolletto; cioè di male acquistato, vuoi far buon lavoro; cioè tu che non osservi lo voto, e per quello fai altre buone operazioni: vuoli fare come colui che del furto o della rapina vuole fare elimosina o sacrificio a Dio. Questo non è altro a dire, se non: Tu vuoli tolliere a Dio la maggiore e la migliore cosa che si possa trovare che li ài offerto et elli à accettato, e vuoli altra cosa, che non vale tanto, darli in quello scambio, che non può essere nè giusto, nè ragionevile; e questo vuole, Di mal tolletto; cioè di quello, che non si può se non male et iniustamentc tolliere: la cosa data et accettata iniustamente c male si tollie, vuoi far buon lavoro; cioè della voluntà tolta e vertita iniustamente
- ↑ C. M. usar; cioè tu che ài fallo lo voto, quel
- ↑ Apo; presso, conformemente all’ apud latina. E.