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p a r a d i s o v. |
[v. 1-18] |
nel suo cognoscere, che; cioè lo qual vestigio, quivi; cioè nello intelletto umano, traluce 1; cioè trapassa con falsa luce: imperò che pare quel che non è. In somma si dè intendere che nella mente umana naturalmente Iddio à posto lo cognoscimento del sommo bene, che è essa verità; e delettandosene la mente l’ama, et amando lo desidera; e crescendo Io diletto per lo cognoscimento che cresce cresce l’amore; e crescendo l’amore cresce lo desiderio, e se altra cosa entra nel desiderio umano, è per cagione del cognoscimento che è ingannato da falsi beni che ànno apparenzia di vero bene e non sono. Et ora ritorna al dubbio proposto di sopra, dicendo: Tu; cioè Dante, vuoi saper; cioè da me, se con altro servigio; cioè con altra buona operazione, Per voto manco; cioè lassato e non adempiuto, si può render tanto; cioè da colui che à fatto lo voto, Che l’anima; di colui che l’à fatto, siguri; cioè quello ch’elli rende, da litigio; cioè da briga e da pena nell’altra vita. Sì cominciò; cioè per lo modo che è detto di sopra, Beatrice questo canto; quinto. E sì com on; cioè e sì come fa l’omo, che; cioè lo quale, suo parlar non spezza; cioè non rompe e divide, Continuò cosi; cioè come dirà di sotto, il processo santo; cioè la santa estensione del suo parlare: imperò che ’l parlare della sapienzia e della santa Scrittura non può essere, se non santo: imperò che è stata ispirata nelle menti umane dallo Spirito Santo. A dichiaragione di questo dubbio è da notare che ’l voto non è altro che obligagione della voluntà libera, fatta con promissione da l’omo a Dio, intorno ad alcuna cosa; nella quale diffinizione si nota la forma del voto, in quanto si dice obligagione della voluntà 2 libera, fatta da l’omo con promissione a Dio. E notasi la materia in quanto si dice intorno ad alcuna cosa; et intorno alla forma si muove questo primo dubbio; cioè se questa obligagione si può annullare, poi che è fatta. Brievemente conchiude l’autore che no: imperò che questo è sacrificio che l’uomo rende a Dio, e già è accettato da Dio, che non si può rompere, nè con altra cosa soddisfare: imperò che niuna cosa è di tanto grado, quanto è la libertà dello arbitrio, sì veramente che concorrano le condizioni che intorno a ciò si richiedono; cioè prima intorno alla forma, cioè che sia persona che si possa obligare, e però le donne che ànno marito, perchè sono sotto la podestà del marito non si possano obbligare, e così li servi 3; e però tale voto Iddio non accetta, e questi
- ↑ Il Segni nelle sue Dichiarazioni all’Etica d’Aristotile accennando questo ternario, esprime come tutta la natura desidera ed ama il sommo bene, in che è posto il vero piacere; ma ben s’ inganna per la cattività sua in seguitarlo nei falsi suggetti. E.
- ↑ C. M. voluntà umana libera,
- ↑ C. M. li servi se none in certe cose; e così nel modo contra l’ onestà e li buoni costumi; e tali voti Dio non accetta,