73Se violenzia è quando quei che pate,
Niente conferisce a quei che sforza,1
Non for quest’ alme per esso scusate:2
76Che volontà, se non vuol, non s’ammorza;
Ma fa come Natura face in foco,
Se mille volte violenzia il torza;3
79Perchè s’ ella si piega assai o poco,
Segue la forza, e così queste fero,
Possendo ritornar nel santo loco.4
82Se fusse stato lor voler intero,
Come tenne Lorenso in su la grada,
E fece Muzio alla sua man severo;
85Così l’ avria ripinte per la strada,
Onde eran tratte, come fuoron sciolte;5
Ma così salda vollia è troppo rada.6
88E per queste parole, se ricolte
L’ài come dei, è l’ argomento casso,
Che t’ aria fatto noia ancor più volte.7
91Ma or ti s’ attraversa un altro passo
Dinanti a li occhi tal, che per te stesso8
Non n’ esceresti, pria seresti lasso.9
94Io t’ ò per certo nella mente messo,
Ch’alma beata non porria mentire:
Però che sempre è al primo Vero appresso.10
97E poi potesti da Piccarda udire,
Che l’ affezion del vel Gostanza tenne,11
Sì ch’ ella par qui meco contradire.
- ↑ v. 74. C. A. conferisco a quel,
- ↑ v. 75. C. A. Non fur queste alme per essa
- ↑ v. 78. Torza; torcia, perchè gli antichi scambiarono talora il c in z, come lanza, prenze, trezza per lancia, prence, treccia. E.
- ↑ v. 81. C. A. Potendo rifuggire al
- ↑ v. 86. C. A. furo
- ↑ v. 87. C. A. voglia
- ↑ v. 90. C. A. t’avria
- ↑ v. 92.C. M. Dinansi
- ↑ v. 93. C. A. ne usciresti, pria saresti
- ↑ v. 96. C. A. sempre al primo Vero è presso.
- ↑ v. 98. C. A. della Costanza