46E santa Chiesa con aspetto umano
Gabbriel e Michel vi ripresenta,1
E l’ altro che Tobbia rifece sano.
49Quel, che Timeo dell’ anime argomenta,
Non è simile a ciò, che qui si vede:
Perocchè, com’ ei dice, par ch’ ei senta.2
52Dice, che l’ alma a la sua stella riede,
Credendo quella quinde esser decisa,
Quando Natura per forma la diede.
55E forse sua sentenzia è d’ altra guisa,
Che la voce non suona, et esser puote
Con intenzion da non esser derisa.
58S’ elli intende tornar a queste ruote
L’ onor della influenzia e ’l biasmo, forse
In alcun vero suo arco percuote.
61Questo principio male inteso torse
Già tutto ’l mondo quasi, sì che Iove,3
Mercurio e Marte a nominar trascorse.
64L’ altra dubitazion, che ti commuove,
A men venen: però che sua malizia
Non ti porria menare da me altrove.4
67Parer iniusta la nostra iustizia5
Ne li occhi de’ mortali è argomento6
Di Fede, e non d’ eretica nequizia.
70Ma perchè puote vostro accorgimento
Ben penetrare a questa veritate,
Come desiri, ti farò contento.
- ↑ v. 47. C. A. rappresenta,
- ↑ v. 51. come dice, per che senta,
- ↑ v. 62. C. A. Giove,
- ↑ v. 66. Porria; dall’infinito pore; addoppiata la r secondo costumavano talora gli antichi nei futuri di taluni verbi, seguendo l’ antico francese: onde abbiamo porrò, crederrò; porria, porrebbe: crederria, crederrebbe. E.
- ↑ v. 67. C. A. ingiusta la nostra giustizia
- ↑ v. 68. C. A. Agli occhi