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l’odierno difetto d’uomini di stato, se non dai cattivi metodi scolastici dei tempi addietro? L’Italia non soltanto per le spade in libertà si è vendicata; ma più ancora pel senno de’ suoi figliuoli. E sarebbe oggi per tornare di nuovo regina, quando stata non fosse privilegiata di quegli stupendi ingegni, che furono Vincenzo Gioberti e Camillo Cavour? Quanto più si distende lo spazio del tempo che li perdemmo, tanto più cresce il desiderio, onde ne collagrimiamo! Vero è che la mia digressione si è un po’ troppo allungata, alla quale mi à spinto la triste condizione in cui giace il primario insegnamento, che è la base di tutto l’edifizio intellettuale e di una sana educazione; e qui ne chiedo cortese venia, riconducendomi al proposito della nostra edizione, sul tenore della quale aggiugnerò brevissime parole. In questa terza Cantica poche varianti d’importanza riscontraronsi nel Codice Magliabechiano; e, venutomi a mano il Palatino, edito dal cav. Palermo, non ò ommesso di notare alcune lezioni speciali, che pure si accordano con quelle dell’Antaldino. All’ultimo del presente volume si è unito un Indice delle voci proprie contenute nell’intero Commento, al quale avrebbe fatto seguito quello eziandio del testo, se non ne fosse dimostrata l’inutilità dal pregevole Vocabolario del ch. prof. Blanc. Resta ora che vogliate con allegra fronte accogliere il nostro lavoro, ed abbiatevi giorni felici.
- Nel Marzo del 1862.