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VITA DI DANTE.
Nacque in Firenze nel 1265, morì nel 1321 in Ravenna. Gli Allighieri o Aldighieri, delle più illustri case della città, avevano l’origine da Roma: ebbero affinità in Ferrara, cognazione in Parma: e l’ultimo loro rampollo, del casato de’ Serego, io vidi in Verona, ritraente ne’ lineamenti non so che dell’antico Poeta. Famiglia guelfa, e guelfo maestro ebbe Dante, il Latini; e tra’ Guelfi combattè a Campaldino nell’anno venticinquesimo dell’età sua; tra’ Guelfi, dico, combattè nella prima schiera a cavallo fortemente, e provò la prima e unica gioia, ma amara gioia, della vittoria. Questa è cosa importante ad intendere gli scritti e le opinioni dell’uomo; il quale, nel giudicare severamente gli amici Ghibellini, rispettosamente taluni de’ Guelfi nemici, e ubbidiva al vero, e ricordava i prmii piaceri ed affetti della infelice sua vita.
Sull’età di nov’anni, il dì primo di maggio, dì solenne a Firenze, vide la figliuola di Fol o Portinari, fanciulla di ott’anni circa, e l’amò. Della gioventù spese gran parte in istudi severi sui Padri della Chiesa, Aristotele e la sua scuola, i filosofi morali, e i poeti di Roma. Nè le scienze naturali neglesse. Nella lettura di un libro nuovo si profondava tanto da non s’accorgere di moltitudine che schiamazzasse in gran folla. I poeti provenzali e francesi e italiani conosceva; e da ogni cosa traeva occasione e materia a far più ricco il concetto e il dire suoi. Dal ventesimo al ventesimo sesto anno d’età (non smettendo il pensiero delle cose civili, e tutta l’Italia co’ suoi desiderii abbracciando) meditò versi di schietto amore che lo angosciava con dolce forza, e vinceva quell’affetto delle mondane vanità che, morta Beatrice, lo tenne. Dal 1287 ell’era moglie a Simone de’ Bardi; ma che nè prima nè poi egli avesse da lei altro che ispirazioni pure, i suoi versi purissimi e la Commedia, il cui concetto dobbiamo a Beatrice, l’attestano.