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CANTO XI. 123 com' egli disiingua la incredulità personale dalla incredulilà sedut- trice e sconvolgitrice de' popoli (1). Bestialità, secondo il greco filosofo, è qualunque vìzio condotto a tale eccesso che par degno di ente irragionevole , che degrada 1' u- mana dignità. Ogni viziosità è furore trasmodato . Diversa è l' umana malizia dalla bestialità (2). In questo sistema lutti quanti i peccati possono passare per detti tre gridi, d' incontinenza, malizia, bestia- lità; e però Dante a' bestiali non assegna luogo distinto, ma questi insieme co' maliziosi rinchiude entro delle mura infuocate. Levando a questa distinzione la corteccia scolastica, resta un succo di buona e teologica iilosolìa. Incontinenza è la corruzione del volere; malizia, v'aggiunge la perversione dv'll' intellett» ; bestialità, l'operazione di- slruggitrice della social fede e unità. La ferocia della natura corrotta sconvolge le anime, la quale ferocia, palpando aizzi (3). E direbbesi adombrata la triplice distinzione nelle paiolo dell' Apostolo (4) : cri- minatoreSj incontinenteSj immites. {{) [C] Wonar., 3, 15; Homineatam- quam equi, sua beslialdate vaganlcs. (2) Som , 1, \, 84, 6 2,2, 159. E laddove Irj'figli deiravarizia è anno- verata l'inumanità c/te è durezza in- sensibile alla misericordia (2, 2, 118), anche cotesta è una specie di bestialità perchè rompe il vincolo sociale in quel ch'egli ha di più intimo, la compas- sione. (3) Vico, De Univ. Jur. Princ.j ec, XXIII. (4) Segnatamente se a criminatores non si dia il vero senso latino^ ma un generale derivato da crimen.