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CANTO XI. 115 11. A Dio, a sé, al prossimo si puone Far forza: dico in sé, ed in lor cose; Com' udirai con aperta ragione. 12. Morte, per forza, e ferute dogliose, Nel prossimo si danno; e nel sa' avere, Ruine, incendii, e toilette dannose. 13. Onde, omicide, e ciascun che mal fiere, Guastatori e predon', tutti tormenta Lo giron priaio, per diverse schiere. 14.. Puote uomo avere in sé man violenta, E ne' suoi beni: e però nel secondo Giron convien che senza prò si penta 15, Qualunque priva sé del vostro mondo. Biscazza, e fonde la sua facultade, E piange là dov' esser dee giocondo. IG. Puossi far forza nella Deitade, Col cuor negando e bestemmiando quella, E spregiando Natura e sua bontade. H. (L) Puone ; può. — In sé: nella persona. — Ragione: ragiunamenio. (SL) Puone Us.to in Toscana. — Co^e luf.. XlX: Le cose di Dio. — Ragione. Purg., XXll. E dicevasi pure ili prosa 12. (L) Ferute: feritr^. — Nel: con- tro. — TolWite: rapln»^, b^lZflii (SL) Nel W , XXV: In, Dio... superbo. — Danno: <ì<'org ,111: Dat straciem. ,En , XI: Dant fnnera - Rninam dant. — ToUeile Dicevano mal tolWlo, per vtul tolto. <3. (L) O'hicide: orni' i'ii. — Mal fiere: frisce a torlo. -- Guastatori: devastatori. (SL) Omicide. Questa terzina corrìsporiiipal'aprece'iHrae. Omicide sl morte; mal fieren /"e/ u'^r (p iirebbesi ferir fiiusiam^nte): gnadatori a rui- ne, derastazioni, incendii; predoni a toilette. Dice dannose Der disitn- guf re k gro<<;p raiiin-^ d «Ile leggiere. 45 (L> Vostro: al Pueia che é vi- vo — Biscazza: giuoca in bbche. — Fonde: prufundH, (bL) Biscazza. D<vanz., Ann., V[, e Firenzuola. — Fonie. Arios., XI: Il ianque... fonie. (F) Piange. Suno colpevoli que' che si pascono del pensiero delle loro miserie; tanto più se coi loro falli se le son provocate. — Giocondo. Perchè libero dalle ricchezze ch'egli usava a peccato Ovvero, piange nel mondo dov'è comandato servire a DiO <on letizia. Dante condanna le ingiurie c^'mmesse contro sé, perché, chi non ama sé, non può amare al- trui E punisce i prodigni co' suici- di, sebbene i prodighi abbia posti già cogli avari, perché qui intende di quelli che per proligalna si ridus- sero a morire o a un vivere non dis- simile d'Ila morte. 46. (L) Nella: contro. — Bontade: ì doni di natura. (F) Dettade Conv.: La somma Deitide. cioè Litio. Som.: La Deità delle Perone. Dio é la si<^ssa Daiià. — Negando La Chiesa: Pitrem ne- gant — Cuor. Psal , Ylll, 1: Dixit in<ipU'ni in cordp suo: Non e^l Deus. Qui cuore non è il mer»j pensl-ro; il quale, anrhe sfurzindosi di nega- re», .iffHnn^ Dio; né il pensiero può bf'-tpmmiarlo, ma la pas.sione. Purg., XVll — Bontade Gunv .Le bontadi della natura. Aug , d« JNat. et Con- cupisc. , II, 2: Humana natura a creatore Deo bona condita bona...