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proemio. xi


Nessuna maraviglia dunque se l’odio in quel canto siede allato all’amore; se gli uomini stessi, per opposte qualità, sono qui rammentati con lode, altrove segnati d’infamia; se il sentimento della pietà viene a spargere una stilla di refrigerio sulle fiamme dell’ira, un po’ di dolcezza sul fiele del crudele disprezzo. Nessuna maraviglia se il ghibellino Federico, l’uomo sì degno d’onore, è rammentato come precursore dell’Inquisizione, cacciato tra gli atei; se la cara buona paterna imagine del vecchio che gl’insegnò come l’uomo s’eterna, è da lui rincontrata sotto le fiamme punitrici di Sodoma; se Bonifazio, ch’egli tanto acremente accusa, empiamente vessato dal coronato suo complice, gli trae di bocca accenti di compassione sinceramente addolorata, accenti che onorano non tanto la poesia e l’animo suo, quanto l’umana natura, la qual vi si mostra capace d’equità tanto degna del cielo.

E’ non cessa però d’esser uomo: l’equità sua a quando a quando traluce magnanima; ma poi le ire la offuscano, e il provocato dolore la irrita. Ardente nelle lodi, ardentissimo ne’ vituperii; ora vantatore della propria grandezza, ora dimesso, e conoscente (al modo che i vili non la conoscono) la fiacchezza propria; nemico d’ogni simulazione, ma non padrone di sè tanto da non adoperare la forza della mente nel dare alla passione stessa aspetto di austera virtù; pronto insomma a mostrarsi altrui non pur quale egli è, ma quale si crede d’essere; e in ciò non mai ingannatore, ma talvolta ingannato egli stesso. E ben disse che al suo poema avevano posto mano e cielo e terra; perchè in esso s’alterna quant’ha la parola ispirata di più austero, e la virtù di più candido, e l’amore umano di più profondo, e l’ira di più meditato, e di più amaro il disprezzo, e l’amicizia di più cordiale, e la riverenza di più modesto, e i bassi affetti di più difficile a indovinare a chi non li abbia sperimentati, e i nobili di più generoso. Semplice e forte, ardente e grave, conciso e abbondante, imaginoso ed esatto, severo ed umano, tragico e comico, dotto e poeta, Fiorentino e Italiano, simbolo delle contradizioni