Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/171

CANTO V. 51 23. Vidi Paris, Tristano: e più di mille Ombre mostrommi (e nominolle) a dito, Che Amor di nostra vita dipartine. 24. Poscia eh' i' ebbi il mio dottore udito Nomar le donne antiche e i cavalieri, Pietà mi vinse, e fui quasi smarrito. 25. r cominciai : — Poeta, volentieri Parlerei a que' duo che insieme vanno, E paion sì al vento esser leggieri. — 26. Ed egli a me : — Vedrai quando saranno Più presso a noi ; e tu allor li prega Per quell’amor che i mena ," e quei verranno. — 27. Sì tosto come il vento a noi li piega, Muovo la voce: — anime affannate, Venite a noi parlar, s' altri noi riiega. — 28. Quali colombe, dal disio chiamate. Con l'ali aperte e ferme, al doce nido Vengon per 1' aere, dal -voler portate; (SL) Elena. Uccisa da una donna greca per vendetta del mariio uc- cisole scilo Troia. Tutti i quln- mi- Dati da hanie moriiono à\ mala nìorte. — Grande Bue, IV: MagniK.. Achillei. Eiili, invino nell'arthi^ da amcre di Polissena fu vinto, e, nello sposarla, mono (.En., VI). 23. (SL) Paris. Il cavaliere del medio evo smanie di Vienna. — Triitano. Amante d'Isotta, trafitto dal re Marco con dardo avvelenalo: ed ella morì con lui. Dante ccn- giunge la mitologia col romanzo ca- valleresco, eh' erano, dopo la Bibbia, le due fonti poetiche dov'egli at- tinse. — Dipartine. Petr. . Trionfo d'Am., I : Ch' anzi ten.po ha Civita Anior dirisi iEn. , Vi; Quique ob adulterium cce>-i. 24. ìL) Dotloi e: mBesìTO. (SL) Vinse. Vit ss. Pad: Sila- sciasse .n vincere alla pietade. 25. (SL Le()gieri: più forte me- nati, pf n he più rei: eanche perti;é più volonterosi a correre irsieme. — Vento. JEa., VI : Pandìintur inanes Suspensa' ad venlos. ' 26. (L) /.- li. (SL) I per li l'usa Fran. da Bar- berino e Dante altrove. 27. (SL) Muovo. Fav. d' Esopo : Mosse un'alta voce JEn.t VII: Can- tusque nocete. — AWi Modo antico, per indicare forza «uueriore e in- determinata. Inf., XXVI : Com'altrui piacque 28 (SL) Colon be .En.,V: Quali» spehinca subito coviniota coluniba. Cui domis et aulcei latebroso inpu- ntice nidi, lertur in arva volans, plausun que exterrita pennii Dat tecto insentem; mox aere lapsa quitto, ìladit Ver liqnidum, celeres neqne coniwovet ala^^. - VI : Gemince quum torte coluìnbce Ipsa svb ora viri ccelo renere rolanles .. - Liqui- dnmqve per aera lapt^w , Seaxbxis cptatis genina snpfr athore sidunt. — Chiav ate JEn., XII : Vocant ani- ntuni... curae. — Dolce. Georg., I : Juvit, iv.bribus actis ^ Pioyeniem parvam nulce'qne rpri'<ere nidos. — Portate. JEn.. IX : Cupidme lerri - V: Fert in.petus , ipse volaniem. - VI: leit ita corde loluntas. Chia- ri. afe indica la prima n)cssa ; por- tate, la tendenza amorosa del volo; con Vali ferme che così gli uccelli volano d'alto in basso.