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INFERNO. — Canto XXXIV. Verso 73 a 81 513

Appigliò sè alle vellute coste:
     Di vello in vello giù discese poscia
     Tra il folto pelo e le gelate croste. 75
Quando noi fummo là dove la coscia
     Si volge appunto in sul grosso dell’anche,
     Lo Duca con fatica e con angoscia
Volse la testa ov’egli avea le zanche;
     Ed aggrappossi al pel come uoni che sale, 80
     Sì che in inferno i’ credea tornar anche.




V. 81. Or qui l’autore veggendo essere lo suo Duca cosi volto, chè fino a quel punto erano andati con li piedi innanzi e desecndeano, ed ora andavano col capo innanzi montando, credette l’autore tornare per quella via per la quale elli era trapassato, e soggiunge che ’l Duca lo confortava tuttavia dicendo: tienti bene, e andava come uomo lasso, cioè di lassa prosperità. Tutte sono parole a decorare poetrie.

Per la quale credenza dell’autore predetta, acciò che altri in tale errore non potesse cadere, è farne qui, a dichiarare ragione, una figura, nella quale appaia sicome si può descendere fino ad uno termine, lo quale è nello estremo della discesa, e chi è giunto ad esso e di lì si parte, come ’l conviene che di necessità el monti. Ell’è da sapere, sicome prova lo Filosofo nel quarto libro De cœlo et Mundo, e nell’ottavo libro della Fisica naturale, ch’ell’è tre maniere movimenti; l’uno è circolare, lo quale hanno li cieli, e perchè non hae contrarietade nè remissione ed è in materia non composta di contrarie forme, sono naturalmente incorruttibili tali movimenti. Lo secondo movimento è di sotto in suso, il quale movimento ha corruzione imperquello che il corpo che si muove ha quel movimento, quand’elli è al suo naturale luogo elli sta cheto, e così non si muove, sì come l’aire e il fuoco; e perchè questo movimento è corruttibile, naturalmente si segue che li corpi, che hanno cotali movimenti, si corrompano e possano acquistare altra forma.

Lo terzo movimento è di suso in giuso, il quale similemente ha corruzione, imperquello che li corpi che a natura si muovono per quello movimento quando sono in li proprii luoghi stanno a quiete, e così non si muoveno, sicome l’acqua e la terra in mezzo del cielo, sì come appare per li instrumenti astrologici e geometrici. Sì che di necessitade il mezzo della terra è lo più basso luogo, che sia nel mondo, e se ’l mezzo è lo più basso seguesi che come alcuno s’approssima ad esso, ello discende, e così quand’elli si rimove, ch’elli monti. Ed acciò che meglio s’intenda si ne facemmo figura com’è detto. Sia lo circolo A lo cielo che si move a moto circolare, lo circolo B sia lo luogo naturale del fuoco; lo circolo C lo luogo naturale dell’aire; lo circolo D luogo naturale dell’acqua, lo E sia la superficie del luogo della terra, lo punto E

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