Pagina:Commedia - Inferno (Lana).djvu/504

500 INFERNO. — Canto XXXIII. Verso 43 a 63

Già eran desti, e l’ora s’appressava
     Che il cibo ne soleva essere addotto,
     E per suo sogno ciascun dubitava: 45
Ed io sentii chiavar l’uscio di sotto *
     All’orribile torre; ond’io guardai
     Nel viso a’ miei figlìuoi senza far motto.
I’ non piangeva; sì dentro impietrai:
    Piangevan elli; ed Anselmuccio mio 50
    Disse: Tu guardi sì, padre: che hai?
Però non lagrimai, nè rispos’io
    Tutto quel giorno, nè la notte appresso,
    Infin che l’altro sol nel mondo uscio.
Come un poco di raggio si fu messo 55
    Nel doloroso carcere, ed io scorsi
    Per quattro visi il mio aspetto stesso;
Ambo le mani per dolor mi morsi.
    E quei, pensando ch’io il fèssi per voglia
    Di manicar, di subito levorsi, 60
E disser: Padre, assai ci fia men doglia,





V. 46. Taluno, visto che qualche Cod. con chiavar interpretò che la porta fosse non chiusa a chiave, ma inchiodata! Non era da mutare un a in o per dir colesto avvegnachà Dante istesso usa (Par. XIX. 105) chiavare per inchiodare. Anch’io riterrei che inchiodare Dante qui esprimesse, come altrove perchè la torre già dovea essere chiusa a chiave, e il chiudere a chiave non dovea essere suffciente a spaventare Ugolino; ma me ne tiene perplesso G. Villani, che al tempo di quell’obbrobrio già vivea, e dice che le chiavi furono gittate in Arno. Potrebb’essere l’una e 1’altra cosa insieme: li Cod. BV, antico, dà clavis ferreis ut amplius non aperirentur. Il Cortonese ha Quand’io.

V. 43. Conta la singularità della novella.

49. Cioè per lo grande dolore che costringea sì le parti, che non potean piangere, nè lagrimare.

Ivi. Sì dentro impietrai, quasi a dire: mi conversi in pietra cioè indurai.

50. Fu uno de’ figliuoli seco imprigionato.

54. Cioè fino allo levare del sole del detto die.

55. Cioè ebbe tanto lume che potesse vedere lo viso ai figliuoli, sì dice che vide in essi quel colore ch’elli avea in lui, cioè smorto e smarrito per la fame; e però dice: io scórsi, cioè decernei, per quattro visi, cioè per lo colore de’ figliuoli, il mio aspetto stesso, cioè il suo colore.

58. Ambo le mani, segue il poema. Chiaro appare come ’l fe’ per ira, e i figliuoli ne trasseno altri pensieri.

61. Quasi a dire: noi per te abbiamo essere nel mondo, or ti bisogna, tolli a noi tal dono.