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INFERNO. — Canto XXXI. Verso 83 a 111 481

     Volti a sinistra; ed al trar d’un balestro
     Trovammo l’altro assai più fiero e maggio.
A cinger lui, qual che fosse il maestro,85
     Non so io dir, ma ei tenea succinto
     Dinanzi l’altro, e dietro il braccio destro,
D’una catena, che il teneva avvinto
     Dal collo in giù, sì che in su lo scoperto
     Si ravvolgeva infino al giro quinto.90
Questo superbo voll’essere sperto
     Di sua potenza contra il sommo Giove,
     Disse il mio Duca, oud’egli ha cotal merto.
Fialte ha nome; e fece le gran prove,
     Quando i giganti fèr paura ai Dei: 95
Le braccia ch’ei menò, giammai non muove.
      Ed io a lui: S’esser puote, i’ vorrei
      Che dello smisurato Briareo
Esperienza avesser gli occhi miei.
      Ond’ei rispose: Tu vedrai Anteo 100
      Presso di qui, che parla, ed è disciolto,
Che ne porrà nel fondo d’ogni reo.
      Quel che tu vuoi veder, più là è molto.
      Ed è legato e fatto come questo,
Salvo che più feroce par nel volto. 105
      Non fu tremuoto già tanto rubesto,
      Che scotesse una torre così forte.
Come Fialte a scuotersi fu presto.
      Allor temetti più che mai la morte,
      E non v’era mestier più che la dotta, 110
S’io non avessi viste le ritorte.





il quale quando li giganti battaglionno con li Dèi, molto fece di sua persona; ebbe tanta superbia che in detto e in fatto volle adoprare contra li Dei, e però quelle braccia, che furono presuntuose a tanta audacia, per la giustizia di Dio sono punite a non muoversi.

V. 97. Qui domanda l’autore a Virgilio di volere vedere Briareo gigante.

100. Qui tocca come convenia inanzi vedere Anteo gigante, il quale li metterà giuso più basso perchè è il tragittatore a tale arco, e mettelo slegato, imperquello che elli non fu de’ combattitori delli Dei.

103. Cioè Briareo.

106. Notifica l’atto di Fialte che vorrebbe essere stato dislegato, che forse li arebbe fatto piacere.

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