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INFERNO. — Canto XXXI. Verso 54 a 72 479

     Più giusta e più discreta la ne tiene:
Chè dove l’argomento della mente 55
      S’aggiunge al mal volere ed alla possa,
      Nessun riparo vi può far la gente.
La faccia sua mi parea lunga e grossa,
     Come la pina di San Pietro a Roma;
     E a sua proporzione eran l’altr’ossa:60
Sì che la ripa, ch’era perizoma
     Dal mezzo in giù, ne mostrava ben tanto
     Di sopra, che di giungere alla chioma
Tre Frison s’averian dato mal vanto:
     Perocch’io ne vedea trenta gran palmi 65
     Dal luogo ingiù, dov’uom s’affibbia il manto.
Rafel mal amech zabi almi,1
     Cominciò a gridar la fiera bocca,
    Cui non si convenien più dolci salmi.
E il Duca mio ver lui: Anima sciocca, 70
     Tienti col corno, e con quel ti disfoga,
     Quan l’ira o altra passion ti tocca.


  1. 67. Già dice il Commento che queste parole son voci senza significalo, la loro stranezza fece fanfalucar di parole ebraiche, caldaiche, perse, così come al Pape Salan.


V. 58. Qui descrive per parte la grandezza di quelli, dicendo che aveano la testa si grande come la pina di san Pietro a Roma, poi l’altre membra erano a quella proporzione; vero è che non li vedea tutti, imperquello che la riva era perizoma. Perizoma è una maniera di veste che non tiene in lunghezza se non fino al bellico, tutto simile che si mozzan li panni alle femine che si denno scopare per alcuno malefizio ch’abbiano commesso.

64. Frigia è una provincia, nella quale nascono li uomini maggiori che in tutte parti del mondo. Or dice elli che tre di quelli frigioni, l’uno sopra 1’ altro, non sarebbero aggiunti1 al collo delli detti, imperquello ch’era quella lunghezza da XXX palmi grande.

67. Qui dice come uno di quelli disse quelle parole, le quali hanno nulla a significare2

  1. Dice l'Ottimo e non avrebbero aggiunto dal bellico del gigante alla testa di esso, perocché ne vedea trenta gran palmi dal collo in giù.
  2. L’Ottimo ha un po’ meglio « le quali ad intelletto nulla significano ». Il Cod. BU. ha questa nota: » Raphel mai amcc zabi almi ecc. Queste parole non enno a dir covelle se non che l’autore da per questo ad intendere che quegli è Nembrot il quale fece la torre di babel dove se cambiò le lingue sì che uno non intendea l’altro, e così non è inteso costui, nè elio non intende altrui».