tu dibii conservare, guardare e acresere peccunia del comune de » Roma. — La octava cosa è che tu dibii constrengere ai servisii » di romani quig-li de Tiberia, del Ducato de Campag-na, del pren» cepado de Sabinia e de le proventie usade de Sozaxere a la Si— » g’noria del povol de Roma e mantig-nire, conservare et acrescere » le iuridicioni e i privilegii aquistadi per gli romani, zenza alcuno » defecto o raancliamento. — E se a le predicte cose discretamente » intenderai e farai quelle zenza vanagloria, la toa dignitade sera » amada e honorada e obedida longamente dal povol de Roma, e » cum grande securitade, segondo che te plaxera, porà pienamente » signorezare lo Senato di Roma. — Deo gratias. Amen», — Di questi saggi quanto bolognese cavate Voi? e se bolognese è, come più che da altro dal Fiore bi virtù può essere parvenza, chi oserà pronunciare che il Riccardiano sia bolognese? Mi sovviene alla memoria che nel Giornale del Centenario, del 31 luglio dell’anno ora passato, un signore Lomelli diede una lunga lista di voci e di modi usati dal nostro Dante, i quali pretti si trovano parlati lassù in quello di Trento: diremo Dante trentino? 11 Landino certamente, avendo detto che il Buti scrisse in pisano, forse perch’era da Pisa, avrà creduto che il Lana scrivesse bolognese perch’era da Bologna; e gii si può perdonar lo scappuccio se pretese di fiorentinar Dante, come egli si vanta: ma a fiorentinaiio davvero avrebbe dovuto spogliarlo di tutte quelle varie voci che leggiamo in tutti i Codici, e che, morte o dimenticate per Toscana, sono pur vive e usate in altre parti d’Italia come io ho avvertito qua e colà nel rifacimento del grande Vocabolario DELLA lingua ITALIANA che dall’editore Civelli si va pubblicando. Troppo antichi Codici abbiamo e troppo antiche e chiare attestazioni che il Lana scrivesse italiano, e che le rozzezze di certi Codici siano peccati d’amanuensi; se alcuni vocaboli sembrano o di dialetto altrui o strani, è da rimontare a que’ tempi in che il maggior commercio $1e quindi la maggior mescolanza de’ popoli ) era in Italia, dove poi in una terra una industria morì, e in altra altra, e divise le genti dai dominatori, anche la lingua fu nelle sue membra rotta e discinta. Dante da tutti i dialetti prese le voci più espressive, ne di tutte oggi ogni parte d’Italia ha uso. lo per me sono stato riguardoso a toccare il genuino dell’antico; dove ripugnava l’ortografia ho racconcio coli’ aiuto de’ Codici, e dov’era necessità mutare