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odi, Firenze, poi che se’ sì grande,

     Che per mare e per terra batti l’ali,
     E per lo inferno il tuo nome si spande.
Tra li ladron trovai cinque cotali
     Tuoi cittadini, ond mi vien vergogna, 5
     E tu in grande onranza non ne sali.
Ma se presso al mattin del ver si sogna,
     Tu sentirai di qua da picciol tempo
     Di quel che Prato, non ch’altri, t’agogna.
E se già fosse non sarìa per tempo. 10
     Così foss’ei, da che pure esser dee;
     Chè più mi graverà, com’ più m’attempo.
Noi ci partimmo, e su per le scalee,
     Che n’avean fatti iborni a scender pria,L 1

  1. v. 14. Tutti scrisser i borni e poi si trovarono impacciati alla spiegazione. Il Witte non fu più attento degli altri: sono i Commenti che bisogna studiare, dico gli antichi. I cod. BC, BV, e parmig 18 hanno solo borni, il Land. con BS, BP, Bg, Bu, Laur. XL., 7, il parmig. I, 104, netto iborni e tale aveano i frammenti dell’Università bolognese, ma è quasi affatto sparito. L’Ottimo traduce ladri quel borni; il Lombardi, rocchi, e sì Br. Bianchi aiutato dal P. Giuliani. Iborni è una voce sola ed addiettivo, e vedine il valore nel Cass. e nel Lana. Così data fa agevole la spiegazione.




V. 1. Poscia ch’ha trattato l’autore delle trasmutazioni fatte nella bolgia VII, qui intende trattare la pena delli fraudolenti li quali con suoi sottili ingegni hanno e dominato e usurpato lo prossimo e lo suo onore ed avere. E per continuazion dello suo poema, riepilogando esclama ironice contra la città di Firenze connumerando i cinque ladri predetti di sopra; ciò fu messer Cianfa Donati, Agnello de’ Brunelleschi, Buoso delli Abbati, Puccio Sciancato e Francesco de’ Cavalcanti.

5. Quasi a dire: io ho vergogna ch’io sono fiorentino.

7. Qui vuole vaticinare dello stato di Firenze, il quale in brieve tempo sarà a mala condizione, soggiungendo che li suoi circonvicini ciò li augurano ed hanno in desiderio.

10. Quasi a dire: tu hai commesso tali peccati, che tu ne sei ben degna, ed è passato il termine della vendetta.

13. Segue il poema come appar nel testo.

14. Iborni, cioè freddi e stanchiC 1.

  1. Anche il Cassinese ha iborni, e interlinea: idest, freddi et stanchi e questo mi fa pensiero che anche quel Commentatore conoscesse il Lana. E tutti da lui, se non fosse antichissimo, gli antichi non ne odorerebbero.