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408 INFERNO. — Canto XXV. Verso 76 a 87

Ogni primaio aspetto ivi era casso:
     Due e nessun l’imagine perversa
     Parea, e tal sen gìa con lento passo.
Come il ramarro, sotto la gran fersa
     De’ dì canicular cangiando siepe, 80
     Folgore par, se la via attraversa:
Così parea venendo verso l’epe
     Degli altri due un serpentello acceso
     Livido e nero come gran di pepe.
E quella parte, donde prima è preso 85
     Nostro alimento, all’un di lor trafisse;
     Poi cadde giuso innanzi lui disteso.




V. 76. Ogni primaio. Sì serpentino come umano.

79. Ramarro è una spezie di ferucole velenose (e sono appellate magrassi overo ligùri1, li quali al tempo del grande caldo apparno nelle strade, e sono molto paurosi animali, che come vegiono l’uomo, e gettanseli adosso, e quello che è in bocca mai non lassano, elli fuggeno come folgore, cioè velocissimamente.

Ivi. Fersa, cioè calura. 80. Elli è da sapere, sicome ne mostra Albumazar in lo suo grande Introduttorio d’astronomia, che del mese d’agosto si leva con la fine del lione e con principio di vergene una costellazione, la quale è appellata canis, e però quelli die sono appellati caniculari, la quale costellazione è di natura martis e però in quelli die è grandissimo caldo ed arido tempo, e si si commove ogni animale, il quale partecipi più nell’umore colerico come caldo e secco, e perciò quelli ramarri, overo liguri per alcuna convenienzia ch’hanno a tale complessione escono in quelli die delle sue tane, si che appaiono.

Ivi. Cioè scesa, overo fine di campo, overo di vigne.

81. Or seguendo il poema dice che un serpentello venne verso lo corpo dell’altro peccatore, e morselo nel bellico, poi cadde dinanzi da esso in terra. E dice in quella parte: circa la quale cosa è da sapere che la creatura fine ch’ella è nel corpo di sua madre, sicome ne mostra Avicena, e chiaro si hàe nel trattato di frate Egidio de’Romitani De formatione corporis humani, riceve nutrimento per lo bellico, e la superfluità getta per li istrumenti inferiori, ma per la boea nulla riceve. Sichè quando dice quella parte etc. intendesi del bellico, e in quello luogo fe’lo suo assalto lo serpentello predetto.


    »cello. Forse stava scrivendo ciò che nel C aveva innanzi generognolaa per cenerognola.» Magliab. » Dà esemplo del colore, e dice come lo papiro di bambacie è bianco e ardendo di cenerigno doventa nero». Acconcio la Vindelina.

  1. La spiegazione è interpolata. Liguro, voce lombarda, manca al R. e al M a cui manca anche magrassi, che nel R. è scritto mangarassi.