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386 INFERNO. — Canto XXIII. Verso 145 a 148

Appresso il Duca a gran passi sen gì 145
     Turbato un poco d’ira nel sembiante:
     Ond’io dagl’iucarcati mi parti’
Dietro alle poste delle care piante.




V. 147. Cioè notorio è che ’l dimonio è pieno di mendacio e di bugie e di inganni, imperocch’ è contrario di Dio ch’è somma veritade sì come è scritto: Ego sum via, veritas et vita.

149. Qui finisce lo suo capitolo mostrando che ’l duca procedette con passi tali, che avanzonno li carcerati nelle cappe, elli seguìo drieto alle pedate delle piante dei piedi di Virgilio, le quali elli per benivolenza appella care.



Nota. Il Proemio nell’ Ottimo è tutto del Lana tale e quale, salvo che raanca della seconda spiegazione r/’ ipocrita; della qttale fui jìerjìlcsso in credere, e poi rigettai che fosse chiosa d’altro autore. Il Lana pe’ Gaudenti assegna un Catalano e uno de’ Lamhertacci che sarebbe il Loderingo. Farmi che se era bolognese dovea saperne oneglio che altri, perchè anche la sua città allora era dotta e lodata dal Poeta; dico questo perchè Giovanni Villani dicelo Roderigo di Laudalo; i Commenti attribuiti ai f gli di Dante, Pietro e Jacopo, e le Chiose pubblicate dal Salmi li appellano Catalano de’Catalani guelfo e Loderigo de’ Carbonessi (e Arbonesi) ghibellino;il Pieri poi battezza, Napoleone il Catalani, e tiene agli Andalò il Loderingo.