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| INFERNO. — Canto XXIII. Verso 124 a 144 | 385 |
Allor vid’io maravigliar Virgilio
Sopra colui ch’era disteso in croce 125
Tanto vilmente nell'eterno esilio.
Poscia drizzò al frate cotal voce:
Non vi dispiaccia, se vi lece, dirci
Se alla man destra giace alcuna foce.
Onde noi ambedue possiamo uscirci 130
Senza costringer degli angeli neri,
Che vegnan d’esto fondo a dipartirci.
Rispose adunque: Più che tu non speri
S’appressa un sasso, che dalla gran cerchia
Si muove, e varca tutti i vallon feri, 135
Salvo ch’a questo è rotto, e noi coperchia:1
Montar potrete su per la mina.
Che giace in costa, e nel fondo soperchia.
Lo Duca stette un poco a testa china.
Poi disse: Mal contava la bisogna 140
Colui, che i peccator di là uncina.
E il frate: Io udi’già dire Bologna
Del Diavol vizii assai, tra i quali udi’
Ch’egli è bugiardo, e padre di menzogna.
- ↑ V. 136. La Vindelina, il Riccardiano e il Cassinese i Cod. BU, BV, hanno che questo, ma non bene come il Corsini, che questa volta ha il meglio. La lezione che avevo scelta mi è approvata ora da BF, BS, BC. Il BP ha chen, ma il suo originale forse avea che a.
124. Quasi a dire: quanta fraude è nell’ipocrisia, che costui era tenuto al suo tempo santo e servo di Dio, ed elli fu commettitore e consiglieri di cotanto male.
130. Qui è da notare che la comunicazione dei demonii e degli uomini non è buona nè sicura alli uomini, sì come dice l' Apostolo ad Connthios: Nolo vos socios fieri demomorum; e però, dimandava Virgilio a frate Catalano: dimmi la via che si può fare, imperquello che vorremmo andar senza adovramento de' demoni; imperquello che pregare essi della scorta è quasi subiezione, che colui che priega si rende subietto e bisognevile di colui che è pregato, sicome dichiara lo Filosofo nello secondo della Rettorica. E però dice: Senza costringer degli angeli neri.
133. Qui gli ha detto la via, come nel testo appare.
135. Vallon feri, cioè li fossati infernali.
141. Cioè fu Malacoda quando disse: E se l’andar avanti pur vi piace.
