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382 INFERNO. — Canto XXIII. Verso 76 a 96

Ed un che intese la parola Tosca,
     Diretro a noi gridò: Tenete i piedi,
     Voi, che correte sì per l’aura fosca:
Forse ch’avrai da me quel che tu chiedi.
     Onde il Duca si volse, e disse: Aspetta, 80
     E poi secondo il suo passo procedi.
Ristetti, e vidi duo mostrar gran fretta
     Dell’animo, col viso, d’esser meco;
     Ma tardavali il carco e la via stretta. *
Quando fur giunti, assai con l’occhio bieco 85
     Mi rimiraron senza far parola:1
     Poi si volsero in sè, e dicean seco:
Costui par vivo all’atto della gola:
     E s’ei son morti, per qual privilegio
     Vanno scoverti della grave stola? 90
Poi disser me: Oi Tosco, ch’al collegio 2
     Degl’ipocriti tristi se’ venuto,
     Dir chi tu sei non avere in dispregio.
Ed io a loro: Io fui nato e cresciuto
     Sovra il bel fiume d’Arno alla gran villa, 95
     E son col corpo ch’i’ ho sempre avuto.


  1. V. 86. Già scelta mi rafforzano a tenere questa lezione il Land, e i sei Codici citati bolognesi.
  2. V. 91. L’ Oi è del Lana e con altri del RU. I più hanno O.




V. 76. Cioè uno di quelli gridò che s’arrestasse, inperquello che elli non potea correre si come elli.

78. Aura fosca, cioè luogo infernale.

82. Dice che vide due di quelli incappati, li quali pareano avere gran fretta in aggiungerlo, acciò ch’elli li potesseno parlare, ma molto li contradiava le pesanti cappe, e anco li loro cappucci, che teneano si le loro teste ferme, ch’elli non poteano guardare se non con gli occhi biechi, cioè guerci.

86. Dice che l’ebbero giunto, si lo guardarono e insieme parlonno di lui, amirando sicome era cosi tra essi senza cappa, e diceano seco cioè insieme: costui pare vivo all’atto della gola, cioè a parlare e allo respirare; e s’elli sono morti perchè sono tra noi senza cappa? qual privilegio li lo concede?

90. Grave stola, cioè grave vestitura.

91. Qui drizzarono alcuni de’ detti ipocriti lo parlare a Dante e disseno: oi Tosco, cioè, o Toscano lo quale sei venuto quie, dicci chi tu se’, e non aver dispregio che tu ce lo celi.

93. Qui dice come fue nato e fatto uomo nella grande cittade, che è la maggior parte che sia sovra Arno, cioè sovra quel fiume; e adesso soggiungendo dimandò di loro condizione quando disse: Ma voi chi siete?