ricalcò dichiarando: di avere esemplato il Codice Palatino 326 col Riccardiano 1005 e aver rilevato che il Riccardiano era o pareva essere l’originale laneo e bolognese, il suo la traduzione toscana; cotesto disse perchè non trovandosi di bolognese, e i molti esemplari italiani disformi per le mattezze e le ignoranze dei copisti numerosi, si giunse persino a imaginare che il bolognese fosse stato tradotto in latino, e che dal latino si era poi fatto volgare, se toscano a meglio non s’era tradotto il bolognese. Il Palermo fortunato aveva dunque scoperto il bolognese e per di più la traduzione toscana! A che dissertare per annientare gli errori? Ho già detto che l’Inferno del Riccardiano è mutilo, per ciò dar non posso i confronti dal suo principio. Prendiamone innanzi e nel Canto XII dell’Inferno, avremo cagione di dare poi per altri rilievi brani minori.
Riccardiano |
Palatino
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1005 |
326
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Qui introduxe una fabula poetica la quale avvene in crete, scrivon li poeti che Minos fuere universalmente de crete avea una muglere chebbe passipe cum doe figlole l’una nome federa, laltra adriana avvene chel ditto re stando ad assedio ad una citade che in quel tempo avea nome athene e ancho e apellada setine, siando in quello exercito molto grosso e sforzoso si feva la soa guerra molto fexa mente ela citada si era molto forte si che lasedio duro molto tempo or dixe la novella chel palazo dello ditto re chera in crete si era molto despartito daglaltri casamenti si che vera dintorno multi zardini e prati e altra verdura dixe che dalla parte o era li prati si passeva uno armento de vitelli frai quai nera uno tutto biancho esegondo che recita ovidio el non avea in se se non un podio de- |
Qui introduce l’atore una favola poetica e scrivono e poeti che nell’isola di Creti fu u re chiamato Minos ed ebbe per moglie una che ebbe nome Pasife ed ebbe di lei due figliuole l’una ebbe nome Adriana e l’altra Fedra. Avenne che esendo il detto re assedio alla citta d’Attene per vendicare la morte d’un suo figliuolo ch’ebbe nome Androgeo che gli fu morto per invidia dagli studianti e faceva la guerra fieramente e la città per se era molto forte e possente sì che duro all’assedio gran tempo ora è così che ’l palagio de re in Creti era molto ispartito da gli altri casamenti sì che intorno a esso erano molti giardini e prati e molta verdura e da quella parte dove erano e prati pasceva uno armento di vitelle e vitelli fra’ quali uno vitello tutto bianco e secondo che raconta Ovidio egli
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