Pagina:Commedia - Inferno (Lana).djvu/358


XXI.



In questo capitolo tratta l’autore della pena de’ barattieri, li quali per moneta hanno tolto lo onore alle sue cittadi, usando baratterìe nei consigli e nelle scritture del palagio; ed estendesi questa materia nel capitolo seguente e in fino al terzo del XXIII capitolo. In lo presente capitolo per amplificare suo sermone, tratta pure della qualità del luogo, il quale è la quinta bolgia, esemplificando sì d’esso come de’ministri a ciò ordinati, sicome in la esposizion del testo apparirà. E mirabilmente pone la lor pena. In prima li punisce in pegola nera e scura, mostrando che le loro baratterìe erano sì segrete, che non si poteano vedere nè decernere; ancora li ministri di quella bolgia pone essere dispietati senza alcuna triegua, pietà o vuoi legge; e questo è in per quello che non ebbeno umana pietà nè considerazione in barattare lo mondo. Or, sicom’è detto, baratterìa si commette con fraudolenzia e con inganno e segretamente, e però li punisce e stimolali in pegola bogliente, e metteli in tale esercizio in per quello che la baratteria è radice in avarizia, la quale mai non è contenta voglia.