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346 INFERNO. — Canto XX. Verso 52 a 63

E quella che ricopre le mammelle,
Che tu non vedi, con le treccie sciolte,
E ha di là ogni pilosa pelle.
Manto l’ii , che cercò per terre molte, 55
Poscia si pose là dove nacqa’ io ;
Onde un poco mi piace che m’ascolte.
Poscia che il padre suo di vita uscio,
E venne serva la città di Baco,
Questa gran tempo per lo mondo gìo. 60
Suso in Italia bella giace un laco
Appiè dell’alpe, che serra Lamagna
Sovra Tiralli , ed ha nome Benaco.




V. 52. Qui vide in simile pena Manto, sicome appar nel testo la quale fu figliuola di Tiresia predetto, e fu quella giovane che edificò la città di Mantoa. Circa la quale edificazione è da sapere che Pollinice re di Grecia, sicom’è detto, puose oste a Tebe ed avea con lui Eteocles suo fratello: infine conquistò la detta cittade, poi dentro dalla cittade surse questione tra questi due fratelli in tal modo ch’elli fanno morir quasi tutti li Tebani, e Eteocles ancise Pollinice, e morinno anche i regi con essi, li quali in lor servizio andonno nel detto oste; fra li quali fu Capaneo, sè com’è detto nel XIIII capitolo1. Veggiendo quelli pochi Tebani, ch’erano rimasi, tal destruzione essere fatta d’essi, mandonno ad Atene a Teseo, ch’era duca d’Atene, che dovesse venire segretamente a tòrre la signoria di Tebe. Venne Teseo e convenne combattere con Eteocles; infine vinselo, sichè Teseo ebbe la signoria e condussela a tanto che fe’ che li Tebani davano tributo alli Ateniesi, e per consequens fu Tebe fatta serva.

Era appellata Tebe la città di Bacco dio del vino, in per quello che fu edificata all’onor suo, sì come tratta Stazio nel Thebaidos2.

Or vedendo Manto esser fatta la sua città serva per iniquità, con sua compagnia si partì e venne in Italia, e infine elesse uno luogo nel quale volle faire sua abitazione, e guardò in sua elezione luogo fuori di domestica abitazione, in per quello che si mise in cuore di non volere comunicare con maschio; e però l’appella l’autore Vergene cruda, quasi senza maturità e conversazione umana. Poscia si pose là dove nacqu’io, cioè nel luogo dov’è Mantoa.

61. Qui vuole fare menzione si dell’acqua che fa lo lago a Mantoa, come eziandio per le circostanzie che vi sono attorno, e dice che dall’Alpi che parteno Alamagna da Italia, li quali monti da Pennino si parteno molte acque che nasceno in più fontane delle ditte montagne, e anche scolatura di piova, e fanno un lago verso Italia, la quale è appellato per alcuno lago di Garda nel terreno di

  1. La V. e il R. hanno Plutone, qui e alla chiosa al v. 121.
  2. Questo periodo ini pare altro glossema.