Pagina:Commedia - Inferno (Lana).djvu/339


INFERNO. — Canto XIX. Verso 118 a 126 335

E mentre io gli cantava cotai note,
     ira coscienza che il mordesse,
     Forte springava con ambo le piote.1 120
Io credo ben che al mio Duca piacesse,
     Con si contenta labbia sempre attese
     Lo suon delle parole vere espresse.
Però con ambo le braccia mi prese,
     E poi che tutto su mi s’ebbe al petto , 125
     Rimontò per la via onde discese,


  1. V. 120. Molto espressiva è questa voce springava che il Witte vide ond’è nel Bartol, nei Marciani IX, 3l e 1 e nei Frammenti dell’Università di Bologna sebbene scritto springhiava. I più tennero spingava.




fu trovato san Silvestro ch’era papa. Trovato lui fu fatto comandamento da parte dello imperadore, che si dovesse apresentare dinanzi da lui. Non fu con poca paura di san Silvestro tale citatorio, in per quello ch’erano si perseguiti da altre persone di diversa legge che stavano nascosti, e non per ogni persona si sapeano dove fosseno cristiani. Andò san Silvestro a Costantino: lo ditto imperadore li espose a parole lo suo stato della infermitade; per san Silvestro fu rispuoso: se tu vuoi venire avere e tenere la fede del Crocifisso, io con le preghiere mie acquisterò grazie da lui che tu sii liberato.

Abreviando, Costantino venne cristiano, e fu battizzato per lo ditto santo e liberato dalla infermitade. Per la qual grazia lo detto Costantino dotò la Chiesa di Roma, e per reverenzia si partì di Roma lasciandola sola alla signorìa papale, e andò e edificò Costantinopoli, e lì fece sua abitazione, e per indurre alcuni Romani ad abitare in quelle parti, sì li disse ch’elli volea ch’andasseno con lui e , ch’elli li promettea che inanzi che passasse uno anno, ellino si troverebbeno in terra di Roma. Questi li credetteno credendo tornare in fra l’anno a Roma, ed elli fe’ portare della terra di Roma in navilii a Costantinopoli, e quella seminare in quel paese; e da poi in qua li fu ditto Romanìa, cioè terra di Roma, e a quelli abitatori convenne remanere lae, e non tornò poi a Roma.

Or dice l’autore: infino a Costantino la Chiesa non attendea a ricchezze, e per consequens non era simonìa; ma la dote, che ’l ditto Costantino li fece, fu madre di cotanto male, non però che la conversione di Costantino fosse ria, che l’uomo conviene essere libero e largo verso li amministradori delle cose sagre.

V. 120. Piote, cioè le piante dei piedi.

122. Labbia, cioè vista ridente; e segue come montonno suso nell’arginello, che parte la quarta bolgia dalla quinta, la quale è sì disconcia montata che le capre ne sarebbeno impacciate, le quali sono molto adatte a montare per sì disconci luoghi.