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INFERNO. — Canto XIX. Verso 61 a 75 331

Allor Virgilio disse: Dilli tosto,
     Non son colui, non son colui che credi:
     Ed io risposi come a me fu imposto.
Perchè lo spirto tutto storse i piedi:1
     Poi con sospiro, e con voce di pianto, * 65
     Mi disse: Dunque che a me richiedi?
Se di saper chi io sia ti cal cotanto,
     Che tu abbi però la ripa corsa, *
     Sappi ch’io fui vestito del gran manto :
E veramente fui fìgliuol dell’orsa, 70
     Cupido sì, per avanzar gli orsatti.
     Che su l’avere, e qui me misi in borsa.
Di sotto al capo mio son gli altri tratti
     Che precedetter me simoneggiando.
     Per la fessura della pietra piatti. 75


  1. V. 64. La Vindelina e altri e non pochi antichi Cod. compresi BU, BF, hanno tutti storse i piedi. Ma e quanti n’avea? II Witte col Riccardiano legge tutto che vale tuttamente, affatto o anche per ogni verso e corre molto ben giusto. Tutto hanno anche i parmig. 18 e 1, 104, la stampa iesina. Nel verso successivo è il Cod. Cortonese che evita l'ando-auto della comune: Poi sospirando,




V. 63. Cioè ch’ellì fe’ notorie ch’ elli non era Bonifacio.

64. Qui è detto l’atteggiare che fe’ il peccatore dopo alcune parole, come appar nel testo, non ripostamente li disse: sappi ch’io fui vestito del gran manto, cioè sappi ch’io fui papa il qual, se vanne a Roma sì gli è posto adosso lo manto di san Pietro; e soggiunge nel suo dire ch’elli fu delli Orsini di Roma li quali sono grandi e gentili tra li cittadini di Roma.

71. Poich’ha ha risposto alla domanda che disopra fu fatta a Virgilio quando disse: di sè e de’suoi tormenti, qui risponde alli suoi torti, cioè quai sono quelli peccati che qui li stimolano e dice: Cupido sì per avanzar cioè che fu pieno di cupidigia, per la quale elli cadde in simonìa e in vendere e distribuire le spirituali cose solo a fine d’acquistar moneta: sichè nel mondo, si mise avere in borsa, ed ello è messo lì in quella borsa.

73. Poich’ ha detto di sè e de’suoi peccati or conta delli suoi predecessori, e dice che quelli che furono simoniaci sono sotto lui, cioè nelle fessnre e lacche di quel luogo; e soggiunge: quando colui che io credea che tu fussi quando di sopra ti rispuosi: se’tu sì tosto, verrà a questo martirio, io andarò più basso nelle fessure o lacche, ed elli terrà questo luogo ch’io tegno ora.

Qui vuol mostrare Dante ch’ ancora dopo Bonifacio verrà uno peggiore nel predetto peccato, lo qual non vivrrà nel papato molto tempo e troppo minore spazio di tempo che non era scorso da che lo detto papa Nicola fue a quel martirio, cioè morto starà fitto nel ditto buco Bonifacio, che ne li verrà drieto uno , lo quale serà sì pessimamente corrotto nella ditta simonia che le male ovre di