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INFERNO. — Canto XVIII. Verso 91 a 114 321

Ivi con segni e con parole ornate
     Isifile ingannò, la giovinetta,
     Che prima avea tutte l’altre ingannate.1
Lasciolla quivi gravida e soletta:
     Tal colpa a tal martìro lui condanna; 95
     Ed anche di Medea si fa vendetta.
Con lui sen va chi da tal parte inganna:
     E questo basti della prima valle
     Sapere, e di color che in sé assanna.
Già eravam là ’ve lo stretto calle 100
     Con l’argine secondo s’incrocicchia,
     E fa di quello ad un altr’arco spalle.
Quivi sentimmo gente che si nicchia2
     Nell’altra bolgia, e che col muso sbuffa,
     E sè medesma con le palme picchia. 105
Le ripe eran grommate d’una muffa
     Per l’alito di giù che vi si appasta,
     Che con gli occhi e col naso facea zuffa.
Lo fondo è cupo sì, che non ci basta
     L’occhio a veder senza montare al dosso 110
     Dell’arco, ove lo scoglio più sovrasta,
Quivi venimmo, e quindi giù nel fosso
     Vidi gente attuftata in uno sterco.
     Che dagli uman privati parca mosso:


  1. V. 93 Scarto la Crusca, la Nidobealina, la Vindelina e il Riccardiano, il Land, i BV, BS., e sto col Witte coi BP, BU, BF, col Laur. XL, 7, e col Cassinese.
  2. V. 103. Cod. Corton., Perug., Laur XL, 7, Cassin. e alcuna antica stampa.




V. 91. Cioè quando Jason entrò a parlare con Isifile com’è detto.

92. Cioè che la ingannò, che non tornò più da lei, come li avea promesso che farebbe alla sua tornata.

93. Cioè che Isifile era stata ingannaressa delle Naiade, che non avea morto lo padre, mo era ingannata da Jason.

94. Or dice perchè Jason ingannò Isifile, però era tra quelli promettitori e non attenditori. 96. Cioè che anche perchè lo ditto Jason ingannò Medea, che lasciò poi ch’ebbe di lei più figliuoli, si riceve pena in vendetta di tal peccato.

97. Quasi a dire: abbi per regola che siffatti ingannatori stanno a celebrare in così fatto coro.

100. Segue il poema e viene a narrare della seconda bolgia; e sicome appar nel testo, elli descrive della qualità del luogo, mettendo che è orribile a vedere, e fetido al senso dello odorato, e però dice: Che con li occhi, cioè al viso; E col naso cioè collo odorato.

108. Cioè contraddicevano a sua delettazione.

113. Sterco, cioè merda.