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INFERNO. — Canto XVII. Verso 16 a 24 301

Con più color, sommesse, e soprapposte,1
     Non fèr mai drappo Tartari nè Turchi, *
     Nè fur tai tele per Aragne imposte.
Come tal volta stanno a riva i burchi,
     Che parte sono in acqua e parte in terra, 20
     E come là tra li Tedeschi lurchi
Lo bivero s’assetta a far sua guerra;
     Così la fiera pessima si stava
     Su l’orlo che, di pietra, il sabbion serra.


  1. V. 16. Colla Vinci, e col R. coi due interi dell’ Università bolognese, col Land, coi BP, BC, e col Cavr. col parmig. del 1373, con quello I, 104, col Di-Bagno, col Laur. XL, 7, rinfranco al Witte che seguì il Foscolo, e rigetto ia lezione della Nidob, seguita dai quattro. La costruzione è questa: Tartari nè Turchi non fecero mai drappo, nè sommesse, nè sovrapposte con più colori (cioè ricami ed ovre) quanti n’avea la bestia. Il C. Cass. ha sovrapposte, il BF e il parmig 18:
    sommessi, ma stanno con noi.




V. 16. Qui fa comparazione di quello ch’era più variato che non sono li panni che vegnon di Tartaria e di Turchia di seta, li quali in ammirabil modo sono lavorati sì di colore come eziandio di diverse e stranie ovre, come sono camuffa, taffetà, nachi e simili.

18. Quasi a dire che Aragne mai non tessette in tela sì sottili lavoreri. Circa la quale comparazione introduce tacitamente la favola dell’Aragne, che pognon li poeti, la qual fu in questo modo: Aragna fu una femina figliuola di Colofino tintore delle contrade di Lidia che è in Grecia, la qual si reputava essere la miglior tessitrice di tutto ’l mondo, ed era in tal credenzia sì ostinata che a tutte le persone, a chi ella lo potea fare sapere, sì lo facea. Venne alle orecchie di Pallas, la qual per li poeti era detta Dea dell’arti. Udendo tal detto si mosse dal monte Delfos là dov’ella abitava, ed andò in Lidia e trovò la ditta Aragna: trovata essa quasi commossa da invidia mise pegno con essa ch’ella farebbe più sottile e maraviglioso lavorìo di lei. Ciascuno fece lo suo saggio, vinse Aragna. Pallas irata maledissela ch’ella non potesse mai fare lavoro perdurabile: e così fanno ancor li aragni.

Or vuol tal comparazione dire che mai Aragna, quando fu in stato, non seppe far così maraviglioso e sottile lavoro.

19. Poi ch’ha fatto la comparazione del colore, qui fa quella del sito di tale anime; e dice: sicome stanno a riva li burchi, che è uno navilio, che molti stanno mezzi in su la piaggia, e l’altro mezzo nell’acqua, così questa fiera mezza sta sulla riva del settimo girone, e mezza vacillava nell’aire. 22. Bivero1 è uno animale che vive di pesce, ed è di picciola statura, ed usa molto nelle valli là dov’è pesce. Or questo animale

  1. Lascio Bivero ch’è anche nella Vindelina testo e commento, sebbene i più scrivano bevero. Bivero più s’accosta al latino Biber. L’Ottimo prese il castoro per un uccello!