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INFERNO. — Canto XIV. Verso 61 a 81 269

Allora il Duca mio parlò di forza
     Tanto, ch’io non l'avea sì forte udito:
     O Capaneo, in ciò che non s’ammorza
La tua superbia, se’ tu più punito:
     Nullo martirio, fuor che la tua rabbia, 65
     Sarebbe al tuo furor dolor compito.
Poi si rivolse a me con miglior labbia,
     Dicendo: Quel fu l'un de’sette regi
     Ch’assiser Tebe; ed ebbe, e par ch’egli abbia
Dio in disdegno, e poco par che il pregi: 70
     Ma, come io dissi lui, li suoi dispetti
     Sono al suo petto assai debiti fregi.
Or mi vien dietro, e guarda che non metti
     Ancor li piedi nella rena arsiccia:
     Ma sempre al bosco li ritieni stretti. 75
Tacendo ne venimmo là ove spiccia
     Fuor della rena un picciol fiumicello,*
     Lo cui rossore ancor mi raccapriccia.
Quale del bulicame esce il ruscello.
     Che parton poi tra lor le peccatrici, 80
     Tal per la riva in giù sen giva quello.1


  1. V. 81. Il Cassin. ha la riva giù e vi si notò Lezione unica. Dovean dir vera, perchè quello che pongo io è del Cortonese. La verità scaturisce dai versi che seguono.



chi il suo fabbro, quasi a dire: se continuo elli mi fulminasse da tali saette, sicome fu quella che mi percosse l'ultimo die, cioè lo die ch’io morii, non avrebbe vendetta allegra1.

V. 61. Poetando segue mostrando come parlò di forza Virgilio, quasi a dire: questa è notevile e pessima superbia.

67. Poi si rivolse. Segue lo poema. — Miglior labbia, cioè parladura e aspetto.

71. Quasi a dire: elli è fregiato di fiamme di fuoco, li quali fregi li convegnono al suo petto, cioè alla sua superbia.

73. Segue lo poema suo, come nel testo appare.

76. Poi che si partirono da Capaneo, vuol far menzione l'autore de’fiumi dello inferno , toccando infine del capitolo d’uno altro fiume, lo quale è posto per li autori che è appellato Lete.

79. Quale del Bulicame. Qui dà esempio a’ mondani dell’essere del detto fiume, e dice che è a Viterbo, là dove è una fontana che è appellata Bulicame; che ne sorge acqua calda perchè termina in le viscere della terra col solfero, della quale si fa un riello, overo fiumicello, lo qual si parte per le case dove stanno le peccatrici a

  1. Tutto questo tratto fino a pessima superbia manca al Cod Riccardiano.