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INFERNO. — Canto XIII. Verso 97 a 115 257


<poem>Cade in la selva, e non l’è parte scelta;

    Ma là dove fortuna la balestra,
    Quivi germoglia come gran di spelta;

Surge in vermena, ed in pianta silvestra: 100

    L’Arpie, pascendo poi delle sue foglie.
    Fanno dolore, ed al dolor finestra.

Come l’altre, verrem per nostre spoglie,

     Ma non però ch’alcuna sen rivesta:
    Che non è giusto aver ciò ch’uom si toglie. 105

Qui le strascineremo, e per la mesta

    Selva saranno i nostri corpi appesi.

Ciascuno al prun dell’ombra sua molesta. Noi eravamo ancora al tronco attesi,

     Credendo ch’altro ne volesse dire; 110
    Quando noi fummo d’un romor sorpresi,

Similemente a colui, che venire

    Sente il porco e la caccia alla sua posta,
    Ch’ode le bestie e le frasche stormire.

Ed ecco duo dalla sinistra costa, 115


V. 97. Cioè non stanno ad ordine, ma tutti lì dove la fortuna li trabucca , quivi gernioglia, (qui si trasforma, e fassi vegetativo animale. 100.Surge in vermena. Sì come li alberi che sono prima vergella. 101. Cioè li animali predetti li cibano. 102. Cioè che li fanno pena e fanno li fòri onde la voce esce. 103. Qui dice che verranno al die del giudicio si come le altre anime per li suoi corpi; ma 1’altre si vestiranno di suo corpo, e queste no: e parla poeticamente o fingendo pone che la ragione si è che non è giusto ad aver quello che lo uomo medesimo si tolle lui stesso. 106. Cioè che li strascineranno fino alla selva, e sarà appenduto ad essa, cioè ad uno delle loro frasche; e così staranno dopo il dì del giudizio. 109. Poich’è detto di quelli che sè stessi uccidono, qui intendeno di dire di quelli ch’uccidono e gettano lo suo onore ed avere, e poi infine si privano della vita. Dice che stanno ancora apresso lo sterpo. Segue lo poema, come appar nel testo, facendo comparazione al romore che fa nel bosco lo porco che è cacciato. 115. Qui si fa menzione di due, li quali dissiparono lo suo avere ed onore e poi la vita. E pone ch’elli erano cacciati da cagne nere e bramose, le quali per allegoria hanno a significare la miseria e la povertà, le quali nel mondo elli andavano cacciandole l’autore per opposito fa che le predette cagne perseguano loro. Questo Lano fu uno gentile uomo giovane da Siena , lo quale rimase ricchissi