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242 INFERNO. — Canto XII. Verso 35 a 52

     Ch’i’ discesi quaggiù nel basso inferno , 35
     Questa roccia non era ancor cascata.
Ma certo poco pria, se ben discerno,
     Che venisse colui, che la gran preda
     Levò a Dite del cerchio superno,
Da tutte parti l'alta valle feda 40
     Tremò sì, ch’io pensai che l'universo
     Sentisse amor, per lo quale è chi creda
Più volte il mondo in Caos converso:
     Ed in quel punto questa vecchia roccia
     Qui ed altrove tal fece riverso. 45
Ma ficca gli occhi a valle; che s’approccia
     La riviera del sangue, in la qual bolle
     Qual che per violenza in altrui noccia.
cieca cupidigia, o ira folle,1
     Che sì ci sproni nella vita corta, 50
     E nell’eterna poi sì mal c'immolle!
Io vidi un’ampia fossa in arco torta,


  1. V.49. Scelgo questa lezione come la più sicura e conveniente. Il Laur. XL, 7 ha e ira e folle; l'antico BU e dira, che fors’in origine era ed ira; i tre dell'Archigin e il Land, hanno ria, come le ed. di Foligno, di Napoli e del Cod. Filippino




lare al padre, com’è detto nel primo capitolo, quella roccia non era caduta; l’altro è che 'l dice: ella cadde prima un poco che qua giuso descendesse quello che levò la grande pietra del limbo, cioè Cristo quando trasse li santi padri di là giuso. E dice poco prima: e questa fu la differenzia del tempo da che Cristo disse: consumatum est, che oscuirò il sole, e funno li terremoti fino alla ora ch’elli discese al limbo.

V. 40. Da tutte parti. Qui recita una oppinione ch’ebbe Empedocle, lo qual tenne che lo mondo un tempo si reggesse a lite, e in questo tempo tutte le spezie delle creature erano per sè, e dispartite l’una dall’altra: l’altro tempo si reggesse ad amore; ed in questo tempo ogni cosa si mischiava insieme, e faceasi del mondo un Caos, poi tornava al pristino stato: e così cambiandosi quando in lite, quando in amore. La qual oppinione è reprovata per lo Filosofo in lo primo della Fisica, là dove tratta De principiis naturæ.

46. Qui mostra che nel sangue bollen quelli che per forza nuocen al prossimo: e questi son quelli che sono tiranni.

49. Qui fa comparazione esclamando centra la cupidigia del tempo che la si possedè, al tempo della pena che se li consegue.

52. Quasi a dire che lo luogo era grande e circondato da una ampia fossa, su per la riva della fossa andavan centuari armati con archi e saette, e dà esemplo come nel mondo si va in caccia.