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226 INFERNO. — Canto XI. Verso 13 a 35

Così il Maestro; ed io: Alcun compenso,
     Dissi lui, trova, che il tempo non passi
     Perduto; ed egli: Vedi che a ciò penso. 15
Figliuol mio, dentro da codesti sassi,
     Cominciò poi a dir, son tre cerchietti
     Di grado in grado, come quei che lassi.
Tutti son pien di spirti maledetti:
     Ma perchè poi ti hasti pur la vista, 20
     Intendi come e perchè son costretti.
D’ogni malizia ch’odio in cielo acquista,
     Ingiuria è il fine, ed ogni fin cotale
     con forza o con frode altrui contrista.
Ma perchè frode è dell’uom proprio male, 25
     Più spiace a Dio; e però stan di sutto
     Gli frodoleuti e più dolor gli assale.
De’ violenti il primo cerchio è tutto:
     Ma perchè si fa forza a tre persone,
     In tre giorni è distinto e costrutto. 30
A Dio, a sé, al prossimo si puone
     Far forza, dico in loro ed in lor cose,
     Come udirai con aperta ragione.
Morte per forza e ferute dogliose
Nel prossimo si danno, e nel suo avere 35




V. 13. Qui vuol distinguer l’ordine de’ circoli della cittade di Dite.

16. Tre circoletti, cioè tre gironi.

19. Quasi a dire che molto pecca la umana generazione in quelli peccati.

22. Come appare nel testo, la fine di quelle malizie si è ingiuria con forza, ed iniuria predetta con fraude.

25. Qui mostra la giustizia di Dio che punisce là dove è maggior colpa; dice che frode è propria azione umana, cioè che non è sedotto nè da corpi celesti nè da passioni corporali. E però che è propria sì è più odiata da Dio, e per consequens hanno quelli cotali più pene.

28. Qui distingnie che ’l primo girone è tutto de’ violenti, cioè degli ingiuriatori , ma perchè a tre persone diverse può essere fatta tale ingiuria, è diviso in tre circoletti; lo più basso si è l’ingiuria fatta a Dio, lo seguente si è l’ingiuria fatta a sé medesimo: quel di sopra si è al prossimo, sicome è detto di sopra in la distinzione.

34. Morte per forza, — Qui connumera le offese ed ingiurie ch’enne centra lo prossimo. Morte per forza, cioè omicida.

34. Ivi. Ferule dogliose sono ingiurie corporali; — ruine cioè disertare all’altrui dell’avere; — incendii cioè lo bruciare l’avere d’altri ; — tollette dannose cioè rubare.