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In su l’estremità d’un’alta ripa,
     Che facevan gran pietre rotte in cerchio,
     Venimmo sopra più crudele stipa:
E quivi per l’orribile soperchio
     Del puzzo, che il secondo abisso gitta,1
     Ci raccostammo dietro ad un coperchio
D’un grande avello, ov’io vidi una scritta
     Che diceva: Anastasio papa guardo ,
     Lo qual trasse Fotin della via dritta.
Lo nostro scender conviene esser tardo,
     Sì che s’ausi prima un poco il senso
     Al tristo fiato, e poi non fia riguardo.

  1. V. 5. Notò acutamente l’ ab. Lorini che il profondo abisso era gelato e puzzo dar non potea, e ch’era da studiare se il Cod.Cortonese ben leggesse a leggere
    secondo. Diffatti era cotesto un assurdo. Viene poco poi in soccorso il lesto col secondo giron ; e il commento coi circoletti del secondo girone.

V. 1. Venuto Dante verso lo mezzo, pensoso delle parole e divinazione che li avea ragionato Farinata, seguendo suo poema, dice che venne sopra maggiore stipa , la qual era terminata da una riva di pietre, che facean cerchio ritondo sopra quello che erano. E soggiunge che ’l fetore era si dismisurato che avrebbe corrotto ogni senso; sicome dice lo Filosofo in libro De sensu et sensato: — excellentia sensihilium corrumpit sensum. E perciò provide Virgilio ch’era meglio ad entrare adagio, quasi a dire lo senso s’auserà a tal fetore; sichè a farlo adagio per successione meno agrevarà a’nostri sensi.

Apresso ad un sepolcro, overo avello, in lo quale era scritto, sicome nel mondo qua si scrive: sepultura domini etc, cosi era scritto: io guardo papa Anastasio,1 ed a voler più palesare singularmente qual era stato, d’esso dicea quella scritta lo qual fu tratto da Fotin dalla via dritta, e però fu desfatto papa. Lo qual Fotino eretico, per gran familiaritade ch’ebbe con Anestasio, si lo condusse a credere che in Cristo non fusse se non simpliciter una natura cioè umana, sicome è detto in lo nono capitolo là dove funno connumerati in comune li eretici, in lo capitolo della concezione del Figliuol di Dio. 10. Sicom’è detto, per ausar lo senso.

  1. Richiamando il dantesco resta Anastasio ma il Lana scrive Anestasio