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Ora sen va per uno stretto calle1
     Tra il muro della terra e li martìri
     Lo mio Maestro, ed io dopo le spalle.
O virtù somma, che per gli empi giri
     Mi volvi, cominciai, com’a te piace 5
     Parlami, soddisfammi a’ miei desiri.
La gente, che per li sepolcri giace,
     Potrebbesi veder? già son levati
     Tutti i coperchi, e nessun guardia face.
Ed egli a me: Tutti saran serrati, 10
     Quando di Josafat qui torneranno
     Coi corpi che lassù hanno lasciati.
Suo cimitero da questa parte hanno


  1. Il Witte ligio alla Crusca tenne segreto calle, che è anche alla Vind. al Landiano, al BU, a lutti i Marciani e a BS, BP, 6V, Bg. e Cavr. e molti altri, compreso il Cassin. e il Cortonese. Ma bene osserva il Gregoretti che qui tutto è manifesto,
    e piuttosto non dava spazio, onde eran costrelti camminare un dietro l’altro. Io tenni e tengo giusto il commento della Vind. che ha stretto come testo e chiosa del R. Quest’è nuovo documento che il testo della Vind. non servi al Lana.

V. 4. Persuade Virgilio. Ivi. Cioè cerchi pieni di pena.

10. Qui risponde Virgilio che li sepolcri stanno aperti perchè non vi sono li corpi di quelli dannati; quando vi saranno, cioè quando sarà stato e dato lo giudizio in la valle di Josafat, ed allora ciascun corpo si unirà con la sua anima, allora torneranno in li suoi sepolcri, e poi si serreranno, e dentro ad essi avranno la pena a loro ordinata per lo giudizio di Cristo.

13. Cioè mostrando a lui quella parte dove sono seppelliti li Epicuirii, li quali ebbeno opinione che 1’ anima morisse col corpo, cioè che l’anima si corrumpesse; e moveali queste ragioni: tutte quelle cose che hanno simile principio e simile processo, denno avere simile fine. Certo è che lo principio della generazione delli uomini e delli animali bruti è fatto di terra e similemente li loro processi, che cosi vuol respirare, mangiare ecc. l’uno come 1’ altro. Dunque sicome muore ed annichilasi l’ anima dello animale bruto, così quella dell’uomo. La seconda ragione è che ogni cosa che è fatta di niente, si dee convertire in niente, perchè di ragione la fine dee respondere al principio: certo è sicome è scritto in libro Sapientim II: ex nihilo nati sumus; dunque in niente dovemo devenire. La terza ragione è che nessuna cosa è senza la sua propria