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X.



Perchè a sufficienza non si potrebbe parlare della moltitudine delle eresie in un capitolo, ha voluto l’ autore dare più d’uno canto a cotali sètte. Ed intende trattare, in questo decimo, solo di quella conspirazione che segue la oppinione di Epicurio, lo qual fu discepolo di Socrate, ed oppinione che non fusse alla umana spezie altro mondo, grazia, nè bene che questo temporale, è così lo opposito, sichè negavano in tutto essere Inferno, Purgatorio e Paradiso. Ed avevano oppinione che quando lo corpo muore morisse l’anima. Or questi colali sono denominati dal ditto Epicurio ed hanno nome Epicurii, fra li quali elli fa menzione d’alcuni fiorentini, poscia di Federigo secondo Imperadore, e del cardinal Bianco, li quali elli mette tra costoro perchè pare ch’elli avesseno tanta cura in questi fatti temporali, che elli non reputavano che altro mondo fusse. E sicome appare nel testo: alcuno d’essi si lassonno tanto correre in parole, che parlando dell’anima elli disse: se è anima, io l’ho perduta per parte. Poi favellando introduce per una domanda che fue fatta una questione, se l’anime dannate sanno quello che si fa nel mondo o se sanno delle cose che sono a venire, come appare nel testo. Poi per compiere suo capitolo sì se volse a man sinistra discendendo verso lo mezzo, e venne sopra l’altro circolo che è lo settimo nell’ordine dell’inferno.

Poscia ch’è detto della intenzione del presente, è a dischiarare ed esponere lo testo ov’è oscuro.