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INFERNO. — Canto IX.197

Lo sesto articolo è della remunerazione della gloria e della pena all’altro mondo, sicome è scritto nel psalmo: tu reddes unicuique iuxta opera sua. Al quale fanno per eresia apposti molti errori.

Lo primo è di quelli che disseno che l’anima si moria col corpo, sicome puoseno li arabi ed eziandìo Zeno filosofo, sicome si recita nel libro De ecclesiasticis sacramentis; contra il quale errore si ha nell’Apostolo ad Philippenses I: desiderium hominis dissolvi, et esse cum Christo. E l’Apocalissi VI: vidi sub altare dei animas interfectorum propter verbum dei.

Lo secondo errore è quello d’Origenes, lo qual puose li uomini e li demonii dannati potersi salvare, e per opposito li angeli buoni e li santi ancor poter peccare e perdersi. Contra lo qual errore è Matteo XXV: ibunt hi in supplitium æternum, iusti autem in vitam eternam.

Lo terzo errore è d’alcuni che tenneno che ogni pena e ogni gloria dopo la resurrezione sarà eguale. Contra lo quale errore è l’Apostolo ad Corintios XV; stella a stella differt in claritate: sic et resurrectio mortuorum.

Lo quarto errore è di quelli che tenneno che l’anima de’ peccacatori dannati non adesso andasse all’inferno, e cosi l’anime de’santi non andare adesso in paradiso, ma aspettare lo dì del giudizio. Contra lo quale dice santo Luca XVI : qui mortuus est dives et sepultus est in inferno.

Lo quinto errore è d’alcuni che tennono non essere purgatorio all’anime dopo la sua morte. Contra lo quale è l’Apostolo ad Corintios III: si quis superadificat super fundamentum, — (scilicet Fidei per dilectionem operantis) — lignum, fœnum, stipulam: ...., si cuius opus arserit detrimentum patietur; ipse tamen salvus erit; sic tamen quasi per ignem. E contra questi errori è in lo Simbolo: vitam futuri sæculi; e in altro simbolo: vitam venturi sæculi etc. Poscia che è connumerati li articoli circa la divinità, ora è a continuare, secondo lo predetto autore1 san Tomaso d’Aquino, li articoli circa la umanitate di Cristo, e alcuni errori avuti in quella, e le autorità della santa Scrittura contra quelli errori.

Lo primo articolo è della concezione di Cristo e nativitade, sicome è scritto in Isaia: ecce Virgo concipiet et pariet filium et vocabitur nomen eius Emanuel. Contra lo quale articolo funno più errori.

Lo primo errore fue d’alcuni che disseno che Cristo fu omo puro, e che non fu sempre, ma cominciò essere de santa Maria: e in questo errore fu Marco Crato Cerizio fiorentino, e molti altri. Contra lo quale dice l’Apostolo ad Romanos IX: ex quibus Christus secundum carnem super omnia deus benedictns, amen.

Lo secondo errore fue de’Manichei, che disseno che Cristo non ebbe vero corpo ma fantastico. Contra lo quale è Luca, ultimo: reprehendit errorem discipulorum etc.; Matteo XIIII: videntes eum

  1. Fra Tomaso ec. R. e Laur. XC, 121, mentre il XI, 115, e XL, I han santo, ec; e a questo modo differenze per tutto il Commento.