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182 | INFERNO. — Canto VIII |
Circa la quale differenzia di luogo murato e non murato è da notare che la giustizia di Dio punisce li peccati che li uomini fanno1 per incontinenzia, cioè che si lassano vincere alle passioni corporee2 come lussuria, gola etc. quelli li commettono per malizia, come sono gli eretici, epicurei etc.; o quelli li fanno per bestialitade, come desperati e sodomiti etc., quelli che li commettono per incontinenzia, siando nel mondo sì se ne castigano, e però la giustizia di Dio li punisce e stimola in luogo più largo e non costretto da mura; quelli che commettono per malizia son posti dentro dalle mura quasi a dire ch’ell’è peccato incurabile: quelli che commettono per bestialitade sono tanto in odio a Dio, che la sua giustizia li martira in lo mezzo del mondo dentro alla detta città. È chiamata quella città Dite, che è interpretata cittade di colpa e di peccato3. Li rimedii che sono alla arroganzia e alla superbia si sono quatto: primo pensare alla vita mondana, ch’è finitiva e la quale è terminata per la morte che è tanto sicura e senza riparo4.
Secondo, pensare a Lucifero a’suoi seguaci che furono espulsi dal Paradiso per arroganzia e superbia. Terzo, pensare a quelli che edificonno la torre di Babel che caddeno in confusione credendosi montare in li cieli.
Quarto, pensare alla espulsione di Adamo ed Eva, cioè dal Paradiso per la sua arroganzia etc.5.
Poich’è detta la intenzione del presente capitolo, è da esponere lo testo.
- ↑ Racconcio col Codice Di-Bagno ciò che non potei prima con codice niuno.
- ↑ Passioni corporali R.
- ↑ Questo passo scorretto nel L. XC, 115 e nella Vind. fu corretto colla scorta del Codice R., col Laur. XC, 121, e col Laur, XL, 36.
- ↑ Corretto col R. e i Codici Laurenziani.
- ↑ Il Codice Riccardiano, che sebbene scorretto mi aiutò infinite volte, ha queste voci «e come elli funno cacciali del paradiso terrestre».