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INFERNO. — Canto VII. Verso 94 a 109 | 179 |
Ma ella s’è beata, e ciò non ode:
Con l’altre prime creature lieta 95
Volve sua spera, e beata si gode.
Or discendiamo omai a maggior pieta.
Già ogni stella cade, che saliva
Quando mi mossi, e il troppo star si vieta.
Noi ricidemmo il cerchio all’altra riva 100
Sovra una fonte, che bolle e riversa
Per un fossato che da lei diriva.
L’acqua era buia assai più che persa:1
E noi, in compagnia dell’onde bige,
Entrammo giù per una via diversa. 105
Una palude fa, che ha nome Stige,
Questo tristo ruscel, quando è disceso
Al piè delle maligne piaggie grige.
Ed io , che di mirar mi stava inteso,2
- ↑ V. 105. Colla Vind, e il Rice, (con cui stanno il Land. BS DP e i duo interi dell’università di Bologna) mi accordo e col Witte in assai meglio che in molto e perchè di più bel verso, e perchè più vera dizione. Il Laur. XL, 7 ha tinta assai.
- ↑ V. 100. Restituisco per amor della gramatica di mirar al luogo in cui i quattro col Becchi posto avevano a rimirar, e BV del mirare; e ritengo figurata la ellissi dell’atto: il Land. BS e BV il Laur. XL, 7. il Cassin. e altri concorrono a darmi ragione
V. 94. Qui mostra l’autore che per oppinione che s’abbia, la verità non si move.
97. Poi ch’ha trattato della pena delli avari e prodighi, descenden in lo terzo grado, overo circolo, là dove punisce e stimola li iracondiosi, e per voler mostrare sollicitudine dice che ogni stella che montava quando si partinno, sì se occasava, cioè andava a ponente, altro non è a dire se non che fine che Dante ebbe veduto queste cose della prima partita eran trapassate sei ore ch’è lo quarto del circolo.
100. Dice ch’andò dall’una riva del circolo all’altra, perch’era partita da una acqua, la quale usciva da una fontana molto strania e bogliente, ch’andava verso giuso, cioè verso lo centro; la qual acqua passava sopra un pantano che è appellato Stigia cioè tristizia; e quando è apresso una città che trova nel quinto circolo, ha nome quell’acqua ruscello che cambia nome come fanno molti fiumi, che fino a uno luogo hanno un nome, poi da lì innanzi n’hanno un altro. Ruscello è quasi a dire sanguinolento.
104. Mostra che suo viaggio era pur verso lo centro. Ivi. Cioè , onde oscure e nere.
109. Qui tocca delli iracundiosi che sono per la giustizia di Dio posti in quel pantano overo fango , li quali non pure s’offendeano con mani, ma eziandio colle teste accozzandosi insieme, e con li denti si mordeano a membro a membro.